Batteria del Viminale

La Batteria del Viminale è una struttura del Ministero dell'Interno, presso cui ha sede, amministrata dalla Polizia di Stato.

Storia e attività[modifica | modifica wikitesto]

È nata nel 1924 su iniziativa di Luigi Federzoni,[1] ministro dell'Interno con il compito, ancora attuale, di garantire le comunicazioni urgenti tra le più alte cariche dello Stato, non solo tra di loro ma anche con deputati, ministri, magistrati, alti dirigenti e giornalisti: è un'attività estremamente delicata in quanto gli addetti devono assicurare la segretezza delle informazioni scambiate tra gli interlocutori nonché la riservatezza dei loro recapiti telefonici:[2] l'accesso alla sala operativa, infatti, avviene solo mediante tessera elettronica e codice segreto.[3] Ha un organico compreso tra i 12 e i 15 operatori, guidati da un ispettore,[4] che assicurano una copertura 24/7 tramite tre turni. Il nome deriva dal telefono a manovella usato nel ventennio, detto appunto batteria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 1922 – La Batteria Centrale, su Ministero dell'Interno. URL consultato il 15 marzo 2024.
  2. ^ Marco Ludovico, La Batteria, cuore segreto hi-tech del Viminale, in Il Sole 24 Ore, 15 agosto 2009. URL consultato il 15 marzo 2024.
  3. ^ Concita De Gregorio, Nel supercentralino dei vip cambia l'agenda dei potenti, in la Repubblica, 13 giugno 2001. URL consultato il 15 marzo 2024.
  4. ^ Viminale: con le ferie più lavoro per la "batteria", in Adnkronos, 21 agosto 1995. URL consultato il 15 marzo 2024.
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