Battaglia di Normandia

Battaglia di Normandia
parte del fronte occidentale
della seconda guerra mondiale
Un carro armato statunitense M4 Sherman durante l'avanzata verso Falaise il 15 agosto 1944
Data7 giugno - 26 agosto 1944
LuogoNormandia, Francia
EsitoVittoria Alleata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
640.000 uomini[1]
2.248 mezzi corazzati[2]
2.100 aerei
2.050.000 uomini[3]
8.712 mezzi corazzati[4]
10.500 aerei[5]
Perdite
tra 4.000 e 9.000 perdite nel D-Day
240.000 tra morti, feriti e dispersi
210.000 prigionieri[6]
~1.500 mezzi corazzati[7]
~3.500 cannoni
~2.100 aerei[8]
~10.000 perdite nel D-Day[9]
226.000 morti, feriti, dispersi
(53.700 morti
di cui 16.700 piloti
19.200 dispersi
153.500 feriti)
[3]
~3.600 mezzi corazzati[10]
~4.100 aerei[3]
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La battaglia di Normandia fu il complesso dei combattimenti seguiti allo sbarco avvenuto il 6 giugno 1944 sulle coste della Normandia, e terminati con la liberazione di Parigi da parte degli Alleati e la ritirata verso la Germania delle truppe tedesche sfuggite dalla sacca di Falaise. Essa si svolse nel quadro del piano Alleato d'invasione dell'Europa nord-occidentale, denominato in codice operazione Overlord[11][12]. I combattimenti in Normandia costituirono il preludio alle battaglie sulla Linea Sigfrido, all'invasione del Terzo Reich e alla fine della seconda guerra mondiale in Europa.

La campagna consentì l'apertura del secondo fronte, insistentemente richiesto da Stalin dall'inizio dell'operazione Barbarossa, e riuscì a sottrarre risorse alle forze tedesche impegnate sul fronte orientale contro l'Armata Rossa.

L'attacco al Vallo Atlantico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sbarco in Normandia.

L'attacco al Vallo Atlantico ebbe inizio il mattino del 6 giugno 1944 con lo sbarco delle truppe Alleate sul tratto normanno della costa francese compreso tra Quinéville e Merville; il comando delle operazioni fu affidato al generale statunitense Dwight D. Eisenhower mentre il comando delle truppe di terra, il XXI gruppo d'armate Alleato, fu affidato al generale britannico Bernard Law Montgomery[13].

L'attacco fu preceduto durante la notte da azioni aviotrasportate, effettuate allo scopo di occupare alcuni punti ritenuti strategici nell'entroterra, compiute nella parte ovest delle zone di sbarco dall'82ª e dalla 101ª divisione aerotrasportate statunitensi, comandate rispettivamente dai generali Matthew Ridgway e Maxwell D. Taylor, e nella zona est dalla 6ª divisione aviotrasportata britannica, comandata dal generale Richard Nelson Gale.

Le operazioni di sbarco furono dirette verso cinque spiagge, i cui nomi in codice erano: Utah e Omaha, dove prese terra la 1ª armata statunitense del generale Omar Bradley, e Gold, Juno e Sword, dove sbarcò la 2ª armata britannica comandata dal generale Miles Dempsey[14]. Le spiagge erano comprese in un settore, la Normandia, presidiato dalla 7ª armata tedesca del generale Friedrich Dollmann, appartenente a sua volta allo Heeresgruppe B comandato dal feldmaresciallo Erwin Rommel, il quale era parte del più ampio Oberbefehlshaber West, il comando del fronte occidentale comandato dal feldmaresciallo Gerd von Rundstedt[15].

Nelle prime 24 ore dell'invasione, gli Alleati prevedevano di riuscire a occupare una striscia di terra profonda dai 10 ai 15 chilometri, che avrebbe dovuto comprendere a ovest dell'estuario del fiume Vire, la parte della penisola di Cotentin prospiciente la città di Carentan, al centro delle zone di sbarco la città di Bayeux e a est la città di Caen, ma nessuno di questi obiettivi fu raggiunto[16]. Alla fine della giornata una breccia di circa 12 chilometri separava gli statunitensi dai britannici e un'altra, di circa 5 chilometri, separava i canadesi dal resto delle truppe britanniche. Le perdite complessive Alleate nel D-Day furono comprese tra le 10.000 e le 12.000 unità, mentre quelle di parte tedesca furono stimate tra i 4.000 e i 9.000 uomini[17].

La prima fase (7 giugno - 20 luglio 1944)[modifica | modifica wikitesto]

Fronte della 2ª armata britannica[modifica | modifica wikitesto]

Il primo attacco verso Caen[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Perch e Battaglia di Villers-Bocage.

Il generale Montgomery, riscontrato il fallimento del tentativo di occupare l'importante nodo stradale e ferroviario di Caen entro la giornata del D-Day, giunse in Francia l'8 giugno e stabilì il suo quartier generale nei terreni del castello di Creully, dove constatò di persona sia lo stato di prostrazione delle truppe, da due giorni costantemente a contatto con il nemico, sia la forza del dispositivo difensivo tedesco nei dintorni della città[18].

La direttrice d'attacco dell'operazione Perch (7 - 14 giugno 1944).

Il giorno precedente infatti, dopo che la 50ª divisione di fanteria britannica "Northumbria", comandata dal generale Douglas Alexander Graham, aveva occupato Bayeux senza combattere a causa del frettoloso ritiro dei tedeschi[19], la 3ª divisione di fanteria canadese, comandata dal generale Rod Keller, si era diretta verso est e aveva portato il primo attacco in direzione di Caen nel quadro della cosiddetta "operazione Perch", ma le sue avanguardie, costituite dalla 7ª brigata del generale Harry W. Foster e dalla 9ª brigata, si erano trovate di fronte ai reparti avanzati della 12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend" comandata dallo SS-Brigadeführer Kurt Meyer che, insieme con le altre unità corazzate di riserva (la Panzer-Lehr-Division del generale Fritz Bayerlein e la 1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler" dello SS-Brigadeführer Theodor Wisch), si stava dirigendo, nonostante le difficoltà dovute alla pressoché assoluta superiorità aerea da parte degli Alleati[20], verso la costa per unirsi alla 21ª divisione corazzata del generale Edgar Feuchtinger[21]. Le due brigate canadesi subirono gravi perdite,[22] venendo costrette ad arrestare la loro marcia e ad arretrare di circa 3 chilometri ma i tedeschi non riuscirono a realizzare lo sfondamento della linea Alleata per giungere fino alla Manica.

Carri armati della 7ª divisione corazzata britannica lasciano la spiaggia Gold per avanzare verso l'entroterra francese.

La sera del 9 giugno la Panzer-Lehr-Division giunse in linea e si schierò sul fianco sinistro della Hitlerjugend, nella zona della cittadina di Tilly-sur-Seulles, a sud-est di Caen, costituendo, insieme con la 21ª divisione corazzata, un forte dispositivo difensivo intorno alla città[23]. Dopo che l'avanzata della 50ª divisione di fanteria canadese venne nuovamente arrestata a seguito di violenti combattimenti, il generale Montgomery decise di impegnare nella battaglia quelle che lui considerava le sue forze migliori: la 51ª divisione di fanteria "Highland", comandata dal generale D.C. Bullen-Smith, e la 7ª divisione corazzata, comandata dal generale George Erskine. Tali forze vennero impiegate in un attacco sui due fianchi del dispositivo difensivo tedesco di Caen: la 51ª divisione di fanteria "Highland" doveva superare la testa di ponte sul fiume Orne, creata dalla 6ª divisione aviotrasportata la notte precedente allo sbarco, e attaccare la città da est, mentre la 7ª divisione corazzata sarebbe avanzata da ovest[24]; era inoltre previsto il lancio della 1ª divisione aviotrasportata, comandata dal generale Roy Urquhart, alle spalle di Caen ma questo sarebbe stato effettuato solo se le condizioni dell'avanzata si fossero rivelate favorevoli[25].

La colonna di mezzi corazzati britannici distrutta dall'azione dello SS-Hauptsturmführer Michael Wittmann durante la battaglia di Villers-Bocage

L'attacco ebbe inizio l'11 giugno[26][27] ma il contrattacco tedesco inflisse gravi perdite agli Alleati e l'unico significativo successo fu costituito dalla conquista di Bréville-sur-Mer da parte del XII battaglione della 6ª divisione aviotrasportata ma, dopo due giorni di intensi combattimenti, l'attacco da est verso Caen dovette essere interrotto; sul lato ovest la 7ª divisione corazzata individuò uno spazio debolmente difeso del fronte tedesco tra Caumont e Villers-Bocage e, il mattino del 13 giugno, i primi carri armati Cromwell fecero il loro ingresso nella cittadina di Villers-Bocage festeggiati dalla popolazione facendo credere per poche ore al generale Montgomery che l'operazione potesse avere successo ma, nella zona prospiciente la cittadina, stazionava un reparto di cinque carri Tiger, appartenenti al 101º battaglione carri pesanti SS del I corpo corazzato SS, comandati dall'Hauptsturmführer Michael Wittmann[28].

L'ufficiale tedesco osservò la colonna corazzata britannica che si era arrestata all'esterno della cittadina e decise di lanciarsi in un'azione solitaria: percorrendo la strada, ai lati della quale sostavano i mezzi corazzati britannici, sparò ad alzo zero e a distanza ravvicinata contro di loro, distruggendo 21 carri armati più altri 28 veicoli corazzati prima di allontanarsi per unirsi ai reparti avanzati della 2ª divisione corazzata, comandata dal generale Heinrich Freiherr von Lüttwitz, che stava convergendo presso Villers-Bocage, provocando il ripiegamento dei reparti britannici dalla cittadina che venne rapidamente riconquistata[29]. Il giorno successivo il XXX corpo britannico, comandato dal generale Gerard Bucknall, tentò nuovamente di avanzare ma ancora una volta, nonostante un consistente appoggio aereo, i carri armati della 7ª divisione corazzata vennero fermati e questi evitarono di essere accerchiati solamente grazie a un intenso fuoco di artiglieria che rallentò il contrattacco della 2ª divisione corazzata tedesca. La breccia nel fronte tedesco fu comunque saldata e anche l'attacco da ovest verso Caen dovette essere interrotto[30].

I tentativi di sfondamento del fronte tedesco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Epsom e Operazione Charnwood.
Un carro armato britannico Mk VI Crusader attraversa il porto artificiale Mulberry ad Arromanches.

Frustrato dalla resistenza tedesca il primo tentativo di prendere Caen, le operazioni della 2ª armata britannica subirono un ulteriore rallentamento, dovuto tanto al consolidarsi della linea difensiva del fronte da parte delle divisioni corazzate tedesche quanto a una burrasca sulla Manica, avvenuta tra il 19 e il 23 giugno, che rese inutilizzabile il porto Mulberry statunitense e danneggiò gravemente quello britannico, impedendo l'afflusso di rifornimenti e privando le forze Alleate di circa 140.000 tonnellate di materiali[31]. Il generale Montgomery utilizzò questo tempo per analizzare la situazione e si persuase che, data la "chiusura" delle forze tedesche intorno alla testa di ponte Alleata, non sarebbe stato possibile forzarne il dispositivo con singole unità e per il terzo tentativo di occupare Caen utilizzò l'intero VIII corpo, al comando del generale Richard O'Connor, su un fronte di circa 7 chilometri situato nella zona tra Carpiquet e Rauray[32]; questo comprendeva la 15ª divisione di fanteria "Scottish", comandata dal generale Gordon Holmes MacMillan, l'11ª divisione corazzata, comandata dal generale George Philip Bradley Roberts, e la 43ª divisione di fanteria "Wessex", comandata dal generale Gwilym Ivor Thomas. Queste unità, dal 26 giugno, forti di 60.000 uomini e 600 carri armati, appoggiati da 700 pezzi di artiglieria e supportati dalle batterie navali delle unità da guerra, avanzarono a ovest di Caen nel quadro della cosiddetta "operazione Epsom"[33].

Fanti britannici del 7º reggimento "Seaforth Highlanders" il primo giorno dell'operazione Epsom in attesa di avanzare

Le unità corazzate britanniche, seguite dalla fanteria, incominciarono ad avanzare e il 27 giugno le avanguardie dell'11ª divisione corazzata attraversarono il fiume Odon, mentre, il giorno 29, vennero occupate le alture di "quota 112", e, dopo intensi combattimenti, venne respinto il contrattacco portato dalla e 10ª divisione corazzata SS (comandate rispettivamente dallo Standartenführer Thomas Müller e dal Brigadeführer Heinz Harmel) appartenenti al II SS-Panzerkorps comandato dall'Oberstgruppenführer Paul Hausser, trasferito dalla Polonia[34]. Il generale Dempsey tuttavia, aspettandosi un secondo contrattacco con forze maggiori proveniente da est, ritenne che la posizione dell'11ª divisione corazzata fosse troppo esposta al rischio di essere tagliata fuori e lo stesso giorno ne ordinò il ritiro sulla sponda sinistra del fiume, mentre il 30 giugno fu dato ordine all'VIII corpo di fermare la sua avanzata, terminando di fatto dopo soli quattro giorni l'operazione Epsom, e con essa il terzo tentativo di prendere Caen; allo stesso tempo i tedeschi, nonostante continuassero a tenere con successo il loro fianco sinistro, ancora una volta non erano riusciti a fare indietreggiare gli Alleati verso il Canale[35].

Movimenti dal 7 al 9 luglio del I corpo d'armata britannico durante l'operazione Charnwood

La battaglia per la conquista di Caen che durava da circa un mese aveva contribuito ad abbassare il morale delle truppe e solo l'occupazione di Cherbourg aveva portato una dose di entusiasmo negli Alleati in un momento in cui la preoccupazione di un possibile intervento della 15ª armata, comandata dal generale Hans von Salmuth e ancora trattenuta per ordine di Adolf Hitler nella zona del Passo di Calais in previsione di un secondo sbarco, diventava sempre più forte, preoccupazione aggravata dall'intensificarsi dei bombardamenti che Londra subiva da parte delle V1 e delle V2[36]. Dopo una settimana dal fallimento dell'operazione Epsom, il generale Montgomery dispose un'altra offensiva, che sarebbe stata condotta dal I corpo, comandato dal generale John Crocker, per attaccare nuovamente la città, nel quadro della cosiddetta "operazione Charnwood". Tale unità era composta dalla 1ª divisione di fanteria, comandata dal generale Harold Alexander, dalla 2ª divisione di fanteria, comandata dal generale Henry Loyd, e dalla 48ª divisione "South Midland", comandata dal generale Arthur Edward Grassett, e, l'8 luglio, preceduta da un intenso bombardamento aereo effettuato la sera prima, si mosse per effettuare il quarto tentativo di conquistare Caen[37].

Fanti tedeschi nei pressi di una delle fabbriche di acciaio site a Colombelles

Durante i primi due giorni di battaglia i reparti di fanteria britannici riuscirono a spingersi fino alla riva settentrionale del fiume Orne, nonostante la resistenza della 12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend" continuasse a essere, a dispetto delle perdite patite e non rimpiazzate, ancora molto intensa[38]; la 3ª divisione di fanteria canadese e la 3ª divisione di fanteria meccanizzata, comandata dal generale Lashmer Whistler, riuscirono a penetrare nella periferia di Caen, mentre a ovest la 43ª divisione di fanteria "Wessex" riuscì, nonostante gravi perdite, a riconquistare quota 112 ma i tedeschi riuscirono a tenere due punti strategici quali la collina di Bourguébus e le grandi fabbriche di acciaio di Colombelles[39].

Lo stesso giorno gli Alleati si impadronirono dei paesi di Éterville e Maltot continuando ad avanzare, nonostante un contrattacco sferrato durante la notte dalla Hitlerjugend che aveva permesso a un reparto di panzergrenadier di rioccupare brevemente la quota 112, e, mentre al centro dello schieramento la 59ª divisione di fanteria "Staffordshire", comandata dal generale Lewis Lyne, si faceva strada tra le rovine di Caen, la 3ª divisione di fanteria canadese riuscì a occupare Bretteville e l'aeroporto di Carpiquet[40].

La conquista di Caen[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Goodwood.
Un carro armato britannico Cromwell attraversa un ponte Bailey sul canale di Caen durante l'operazione Goodwood.

Contemporaneamente all'avanzata su Caen il generale Dempsey propose a Montgomery un piano basato sull'uso di consistenti forze corazzate, allo scopo di operare quello sfondamento delle linee tedesche che fino a quel momento era mancato; il piano di attacco, la cosiddetta "operazione Goodwood", consisteva nella partenza dalla testa di ponte sull'Orne, dopo un intenso bombardamento aereo che avrebbe ammorbidito le difese tedesche, con le tre divisioni corazzate appartenenti all'VIII corpo, la 7ª e l'11ª divisione corazzata e la divisione corazzata della Guardia, comandata dal generale Allan Adair, che assommavano circa 8.000 tra carri armati e mezzi corazzati, e, dopo il superamento dell'altura di Bourguébus, l'avanzata nella pianura retrostante fino a Falaise. Il II corpo d'armata canadese, comandato dal generale Guy Simonds, avrebbe completato l'occupazione di Caen, mentre il I corpo e il XII corpo d'armata britannico, comandato dal generale Neil Ritchie, integrati dalla 79ª divisione corazzata del generale Percy Hobart, avrebbero attaccato sui fianchi per circondare e distruggere le ultime difese tedesche[41].

Un panzer tedesco Tiger I, mimetizzato nel bocage della Normandia.

L'attacco ebbe inizio alle ore 07:30 del 18 luglio,[42] preceduto dal bombardamento aereo durato tre ore ed effettuato in tre ondate[43] che sembrava avere frantumato le difese tedesche. In realtà, nei pressi del villaggio di Cagny, una batteria di quattro cannoni antiaerei da 88 mm aprì il fuoco contro le avanguardie corazzate britanniche distruggendo 16 carri Sherman, e l'avanzata subì un forte rallentamento dovuto non solo alle difese controcarro tedesche ma anche a causa dell'ingorgo provocato dal grande numero di mezzi corazzati che dovevano attraversare gli stretti corridoi dei campi minati; solo intorno alle ore 16:00 l'11ª divisione corazzata riuscì a fare il suo ingresso a Cagny mentre la fanteria raggiunse l'unità corazzata un'ora dopo. La reazione tedesca fu immediata ed efficace in quanto Rommel era venuto a conoscenza del piano dal proprio servizio informazioni e il generale Heinrich Eberbach aveva disposto cinque linee di panzer e di cannoni anticarro per fermare l'attacco britannico: nei combattimenti del 18 luglio, gli Alleati persero circa 200 carri armati[44].

Al centro dello schieramento il II corpo d'armata canadese riuscì a conquistare quasi completamente Caen, anche se sul fianco sinistro i reparti di fanteria soffrirono la perdita di circa 2.000 uomini, ma i tedeschi continuavano a tenere l'altura di Bourguébus e un attacco tentato dalla 7ª divisione corazzata venne respinto e le difese furono ulteriormente rafforzate; la linea difensiva tedesca, a dispetto della perdita dopo più di un mese di Caen, non venne sfondata e l'attacco dovette essere interrotto[45]. L'operazione Goodwood non riuscì a realizzare l'intento degli Alleati di sfondare il dispositivo difensivo tedesco allo scopo di aprirsi la strada verso Falaise: la credibilità del generale Montgomery, a causa di questo insuccesso, diminuì fortemente, da parte sia dei generali Eisenhower e Bradley sia di molti ufficiali subalterni, e le truppe soffrirono la perdita di oltre 5.500 uomini e 400 carri armati[46].

Fronte della 1ª armata statunitense[modifica | modifica wikitesto]

L'avanzata nella penisola di Cotentin e l'occupazione di Carentan[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Carentan.
Foto aerea della strada per Carentan, sita tra le zone allagate dai tedeschi nei giorni precedenti lo sbarco.

Le forze statunitensi sbarcate sulle spiagge Utah e Omaha il 6 giugno, insieme con quelle paracadutate la notte precedente nella zona di Sainte-Mère-Église, avevano il compito di occupare la penisola di Cotentin e la città di Cherbourg con il suo importante porto, compito affidato al VII corpo, comandato dal generale Joseph Lawton Collins, ma l'avanzata sarebbe stata condizionata non solo dalla resistenza tedesca ma anche dalla natura del terreno, il quale era caratterizzato dal bocage (una serie di terrapieni e di siepi spessi fino a tre metri e distanziati tra loro nella misura variabile di trenta e sessanta metri, difficilmente penetrabili da parte dei carri armati e ideali per creare postazioni difensive[47]), e dalle zone paludose presenti nella penisola, allagate dai tedeschi nei giorni precedenti allo sbarco, allo scopo di limitare le possibili attività di truppe paracadutate o l'atterraggio di alianti[48].

I primi movimenti delle truppe statunitensi dopo il D-Day furono effettuati dalla 29ª divisione di fanteria, comandata dal generale Charles H. Gerhardt, che si mosse verso ovest per congiungersi al 2º battaglione Ranger, comandato dal colonnello James Earl Rudder che presidiava il Pointe du Hoc conquistato il giorno dello sbarco, e dalla 1ª divisione di fanteria, comandata dal generale Clarence R. Huebner, la quale si congiunse l'8 giugno con le forze britanniche del XXX corpo, liberando la cittadina di Isigny-sur-Mer, mentre il V corpo, comandato dal generale Leonard T. Gerow, incominciava a raggrupparsi per dirigersi successivamente verso Caumont[49].

Movimenti delle truppe statunitensi durante l'attacco a Carentan

Il dispositivo difensivo tedesco presente nella zona era rappresentato da tre divisioni di fanteria: la 91ª, comandata dal generale Eugen König, la 709ª, comandata dal generale Karl-Wilhelm von Schlieben, e la 243ª, comandata dal generale Heinz Hellmich, alle quali si aggiunsero, dopo lo sbarco, la 77ª, comandata dal generale Rudolf Stegmann, e la 17ª divisione SS panzergrenadier, comandata dal Brigadeführer Werner Ostendorff. In quel settore tuttavia la 7ª armata tedesca, diversamente dal suo fianco destro, non disponeva delle unità corazzate necessarie a effettuare un contrattacco per tentare di respingere la 1ª armata statunitense verso La Manica e quindi l'attività delle forze tedesche sarebbe stata limitata ad arginarne l'avanzata, confidando in un possibile sfondamento verso ovest da parte delle quattro divisioni corazzate presenti nel settore di Caen[50].

Il primo obiettivo che il generale Bradley intese realizzare fu l'occupazione della città di Carentan, importante nodo stradale della Normandia e previsto punto di congiunzione tra le forze sbarcate sulle spiagge Utah e Omaha, la quale venne preventivamente sottoposta a intensi bombardamenti, ma le avanguardie della 29ª e della 90ª divisione di fanteria, comandata dal generale Jay MacKelvie, furono inizialmente bloccate dalla resistenza tedesca e dovettero essere integrate dagli elementi dell'82ª e della 101ª divisione aerotrasportata che si trovavano sul posto[51], mentre la 9ª divisione di fanteria, comandata dal generale Manton S. Eddy, dovette soffrire pesanti perdite per superare i bunker e le postazioni in cemento del Vallo Atlantico site a Saint-Marcouf sulla strada per Carentan. Il 12 giugno le truppe Alleate fecero il loro ingresso nella città, respingendo il giorno successivo il contrattacco portato dalla 17ª divisione SS panzergrenadier[52], ma solo il 18 giugno, con la presa della cittadina di Barneville-Carteret, le truppe statunitensi riuscirono a "isolare" la parte settentrionale della penisola di Cotentin e a incominciare ad avanzare in direzione nord verso il loro obiettivo Cherbourg[53].

La caduta di Cherbourg[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Cherbourg.
Il generale tedesco Karl von Schlieben (di fronte) e il generale statunitense Joseph Lawton Collins (a destra) durante le trattative per la resa di Cherbourg.

Isolata la penisola di Cotentin, e tagliate fuori le forze tedesche presenti nell'area, il VII corpo incominciò a dirigersi verso Cherbourg, la cui difesa venne affidata al generale Karl-Wilhelm von Schlieben, mentre al sopraggiunto VIII corpo d'armata, comandato dal generale Troy H. Middleton, fu delegato il compito di mantenere e di consolidare la linea che univa Carentan a Barneville-Carteret. L'attacco, preceduto da un intenso bombardamento effettuato da circa 1.000 bombardieri e da alcuni piccoli scontri durati due giorni, cominciò il 22 giugno, appoggiato anche dal mare grazie all'azione di due corazzate, le unità della marina militare statunitense USS Arkansas e USS Texas, 5 incrociatori e 11 cacciatorpediniere[54], e l'avanzata fu inizialmente abbastanza rapida, in quanto il piano originario di difesa tedesco prevedeva tre deboli linee difensive esterne su di un fronte largo circa 50 chilometri ma, immediatamente dopo l'inizio dell'offensiva, tutte le forze disponibili si diressero verso le postazioni site all'interno della cinta difensiva della città, costringendo le divisioni del VII corpo ad attaccare i bunker e le casematte sotto il fuoco dei difensori[55].

Linea del fronte al 30 giugno 1944.

Il 24 giugno reparti della 9ª divisione occuparono Octeville e attaccarono la periferia della città da sud-ovest, mentre, al centro dello schieramento, avanzò in direzione nord la 79ª divisione di fanteria, comandata dal generale Ira T. Wyche; Hitler pretese la difesa a oltranza della piazzaforte[56] confidando che la resistenza sarebbe durata almeno otto settimane, ma il generale von Schlieben, constatata l'impossibilità di resistere, si arrese il giorno 26, evitando tuttavia di ordinare la resa dei "forti", ossia le postazioni difensive dell'area portuale e del nord della penisola, le quali resistettero fino al giorno successivo, mentre solo il 1º luglio, con la conquista di Cap de la Hague, le operazioni nella penisola di Cotentin poterono dirsi concluse[57].

Gli Alleati tuttavia, anche se conseguirono una notevole vittoria sul piano del morale e del prestigio, non riuscirono a sfruttare il vantaggio logistico dell'occupazione del grande porto in quanto tutte le attrezzature erano state meticolosamente demolite, i canali erano stati minati e tutti i bacini erano stati resi inservibili dai relitti di navi che i tedeschi avevano preventivamente affondato, tanto che dovettero passare circa tre mesi affinché le strutture potessero essere utilizzate per lo sbarco dei materiali, ma a quella data praticamente tutti i porti della Francia e del Belgio erano già in mano Alleata[58].

Il fronte orientale e il tentativo di colpo di Stato in Germania[modifica | modifica wikitesto]

L'offensiva sovietica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Bagration.

Due settimane dopo lo sbarco, e contemporaneamente all'inizio dell'attacco statunitense verso Cherbourg, il 22 giugno 1944 l'Armata Rossa sferrò l'offensiva sul fronte orientale tedesco in direzione della Bielorussia e della Polonia, allo scopo di accerchiare e distruggere l'Heeresgruppe Mitte, comandato dal feldmaresciallo Ernst Busch[59]; tale offensiva, comandata dai marescialli Aleksandr Vasilevskij e Georgij Žukov, prosciugò velocemente le ormai scarse riserve di cui la Wehrmacht disponeva e, da quel momento, rese definitivamente impossibile lo spostamento di qualunque forza, comprese quelle della Luftwaffe, da un fronte all'altro, accelerando di fatto la definitiva sconfitta del Terzo Reich che sarebbe avvenuta undici mesi dopo.

L'attentato a Hitler[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Attentato a Hitler del 20 luglio 1944.

Gli eventi che si succedettero nel giugno del 1944 indussero un gruppo di militari e politici, che da più di due anni cospiravano per eliminare Hitler, a passare all'azione. L'idea di un attentato ai danni del Führer ebbe le sue origini durante un incontro, avvenuto nel settembre del 1943, tra il feldmaresciallo Günther von Kluge, il generale a riposo Ludwig Beck, il dottor Carl Friedrich Goerdeler e il generale Friedrich Olbricht, riunitisi presso l'appartamento di quest'ultimo[60]. Due dei primi tentativi non furono materialmente realizzati e il terzo fallì[61]; a quel punto Olbricht, il generale Henning von Tresckow e il colonnello Claus Schenk von Stauffenberg elaborarono alcune modifiche al "piano Walküre", il piano di mobilitazione dell'esercito territoriale, per realizzare un colpo di Stato che sarebbe seguito alla morte di Hitler per poi, una volta preso il potere, porre termine alla guerra.

Il 20 luglio 1944, von Stauffenberg si recò alla Wolfsschanze per partecipare a una riunione informativa sull'attuale situazione militare, dove sarebbe stato presente anche il Führer, e collocò sotto al tavolo una bomba che esplose dopo pochi minuti dalla sua uscita. Hitler sopravvisse all'attentato e il colpo di Stato fallì nel giro di poche ore; la repressione fu feroce e alcuni tra i più alti ufficiali della Wehrmacht furono giustiziati o si suicidarono (tra questi il feldmaresciallo von Kluge, in quel momento al comando dell'Oberbefehlshaber West), e anche il convalescente feldmaresciallo Rommel, nonostante la sua partecipazione al complotto non fosse stata provata, fu indotto al suicidio[62].

La seconda fase (25 luglio - 26 agosto 1944)[modifica | modifica wikitesto]

Fronte della 1ª armata statunitense[modifica | modifica wikitesto]

L'avanzata verso sud e la conquista di Saint-Lô[modifica | modifica wikitesto]

Linea del fronte al 24 luglio 1944.

Occupata Cherbourg la 1ª armata statunitense si mosse in direzione di Avranches con il duplice obiettivo di occupare totalmente la penisola di Cotentin e di realizzare una profonda penetrazione sul fianco sinistro della 7ª armata tedesca; l'offensiva, denominata in codice "operazione Cobra", prese il via il 25 luglio e prevedeva l'avanzata del VII corpo in direzione sud-ovest, sulla direttrice di Saint-Lô e di Marigny, mentre, sul suo fianco destro, l'VIII corpo sarebbe avanzato in direzione sud attraverso Périers e Coutances, puntando, protetta dall'avanzata del VII corpo, direttamente su Avranches. Nei giorni precedenti l'inizio dell'operazione reparti della 29ª divisione, appoggiati dalla 35ª divisione di fanteria, comandata dal generale Paul William Baade e appartenente al XIX corpo del generale Willis D. Crittenberger, aprirono la strada conquistando il 18 luglio Saint-Lô e le alture che la sovrastavano, avendo ragione della tenace resistenza del II corpo paracadutisti tedesco, comandato dal generale Eugen Meindl[63].

Il piano prevedeva l'attacco su di un fronte largo circa 7 chilometri, preceduto da un bombardamento a tappeto realizzato da circa 1.600 bombardieri e appoggiato da circa 1.000 pezzi di artiglieria, per una profondità di circa 2.500 metri; l'avanzata della e della 30ª divisione di fanteria, comandata dal generale Leland Hobbs, e, sul loro fianco sinistro, della 1ª divisione di fanteria e della 2ª divisione corazzata, comandata dal generale Edward H. Brooks, appoggiate dalla 4ª divisione di fanteria, comandata dal generale Raymond O. Barton[64]. L'attacco, inizialmente previsto per il giorno 19, in contemporanea con l'inizio dell'operazione Goodwood, fu ritardato dal maltempo e dalla pioggia che rese le strade impraticabili e solo il 24 luglio poté essere dato l'ordine ma, durante la giornata, il cielo si annuvolò nuovamente, costringendo a posticipare di un giorno l'inizio delle operazioni. Molti bombardieri erano comunque già in volo e, a causa della scarsa visibilità, sganciarono le loro bombe sui reparti avanzati della 30ª divisione che erano in attesa di avanzare[65].

Il crollo del fianco sinistro tedesco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Cobra.

Alle ore 07:00 del 25 luglio i reparti avanzati della 30ª divisione incominciarono a ripiegare in previsione dell'attacco aereo che ebbe inizio alle 09:38: squadriglie di cacciabombardieri si lanciarono sulle postazione tedesche, seguite da 1.800 bombardieri ma, analogamente a quanto successo il giorno precedente, i primi lanci di bombe risultarono corti, provocando 111 morti e 490 feriti tra i soldati statunitensi[66]; i primi reparti del VII corpo che avanzarono al termine del bombardamento furono investiti dal fuoco dell'artiglieria che non era stata completamente neutralizzata, ma, sebbene i tedeschi avessero opposto un'accanita resistenza e l'avanzata del primo giorno fosse stata contenuta, il generale Fritz Bayerlein, comandante della divisione corazzata Panzer-Lehr, dirottata verso ovest allo scopo di contrastare l'avanzata della 1ª armata statunitense, riferì ad un emissario del feldmaresciallo von Kluge che il fronte, tenuto da undici divisioni ormai stremate, non avrebbe potuto reggere per più di un giorno all'urto delle quindici divisioni statunitensi che stavano avanzando, annotando nel contempo i primi ripiegamenti[67].

Un cacciacarri statunitense M10 Wolverine apre il fuoco nei pressi di Saint-Lô

Il 26 luglio la 2ª divisione corazzata, seguita dalla 9ª divisione di fanteria, sfondò il fronte tedesco conquistando l'importante nodo stradale a nord di Le Mesnil-Herman, e i due corpi d'armata poterono riunirsi; diversamente, l'attacco portato dall'8ª divisione di fanteria (generale Donald A. Stroh) e dalla 80ª divisione di fanteria (generale Horace L. McBride), venne fermato dai tedeschi, i quali tuttavia si ritirarono il giorno successivo, lasciandosi dietro solo vasti campi minati. Il pomeriggio del 28 luglio la 4ª divisione corazzata, comandata dal generale John Shirley Wood, occupò Coutances, realizzando il primo obiettivo dell'operazione[68].

Movimenti del VII e dell'VIII corpo statunitense dal 25 al 31 luglio 1944

Per tentare di arginare l'avanzata statunitense, von Kluge inviò due divisioni corazzate nel settore ovest del fronte, la 116ª divisione corazzata, comandata dal generale Gerhard von Schwerin, e la 2. SS-Panzer-Division "Das Reich", comandata dallo Standartenführer Christian Tychsen[69], la quale, il 29 luglio, nei pressi di Percy, attaccò la 4ª divisione di fanteria e la 2ª divisione corazzata, appena aggregata al XIX corpo che aveva ricevuto il giorno prima l'ordine di iniziare ad avanzare verso sud, infliggendogli significative perdite. Il contrattacco tedesco venne però fermato dopo un solo giorno dagli attacchi dall'aria ed dal sopraggiungere dei rinforzi statunitensi[70] e la 4ª divisione corazzata, la sera del 30 luglio, fece il suo ingresso ad Avranches, catturando intatto il ponte di Pontaubault, aprendo di fatto agli Alleati le porte della Bretagna[71].

Il feldmaresciallo von Kluge, al fine di evitare il collasso del fianco sinistro del fronte tedesco, ordinò alla 77ª divisione di riconquistare a qualunque costo Avranches. Questa, appoggiata da militari sbandati provenienti da vari reparti e da elementi della 5ª divisione paracadutisti, riuscì a riconquistare brevemente Pontaubault ma l'arrivo dei cacciabombardieri statunitensi la costrinse a ritirarsi, ed inoltre impedì ai genieri tedeschi di far saltare il ponte[72]. Dopo l'infruttuoso tentativo di contrattacco tedesco la 3ª armata statunitense, costituita il 1º agosto al comando del generale George Smith Patton, poté attraversare indisturbata il fiume Sélune e, forte di 7 divisioni, 100.000 uomini e 15.000 veicoli, dirigersi verso i porti fortificati di Brest, Lorient e Saint-Nazaire, dove stavano velocemente confluendo tutti i reparti in rotta della 7ª armata tedesca[73].

La svolta a destra in Bretagna[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Brest.
Movimenti della 3ª armata statunitense nella Bretagna, in direzione dei porti fortificati di Brest, Lorient e Saint-Nazaire e della baia di Quiberon

Completata l'occupazione della penisola di Cotentin la 3ª armata statunitense piegò sulla destra ed iniziò a dirigersi verso un altro importante obiettivo: i porti siti sulla costa bretone. L'operazione tuttavia non fu esente da critiche, in quanto il solo possesso della città di Avranches non garantiva alle truppe di Patton la copertura necessaria nel caso di un contrattacco tedesco che, se riuscito, avrebbe potuto tagliare fuori l'intera 3ª armata e "chiuderla" all'interno della Bretagna; gli Alleati erano a conoscenza che le forze tedesche presenti nella regione, ossia il XXV corpo di fanteria comandato dal generale Wilhelm Fahrmbacher, non disponevano di forze corazzate per effettuare una tale manovra, ma il generale Bradley, pur autorizzando la cosiddetta "svolta a destra in Bretagna", tenne a sottolineare che sarebbe stato preferibile dare il via all'operazione solo dopo avere ulteriormente consolidato il fronte[74].

Artiglieria statunitense impegnata contro le postazioni difensive tedesche del porto fortificato di Brest

Tra l'1 ed il 2 agosto la 3ª armata riuscì a fare passare attraverso il ponte di Pontaubault quattro divisioni, di cui due corazzate, debolmente contrastate delle forze tedesche che ripiegarono velocemente verso i porti fortificati, non essendo riuscite a stabilizzare un fronte[75]. La 6ª divisione corazzata, comandata dal generale Robert W. Grow, si diresse verso ovest, marciando in un territorio già in gran parte occupato dalla resistenza francese e catturando 4.000 prigionieri praticamente senza subire perdite, mentre la 4ª divisione corazzata, passata al comando del generale John S. Wood, si diresse verso sud in direzione di Châteaubriant, superando Rennes, la quale venne occupata il mattino del 4 agosto da reparti dell'8ª divisione di fanteria[76].

Conquistato l'importante nodo stradale il generale Wood, constatata l'insussistenza di forze nemiche sufficienti ad operare un contrattacco nel settore, largo circa 150 chilometri, che andava da Avranches all'estuario della Loira, avrebbe inteso deviare verso est in direzione di Chartres, iniziando a porre le basi per quella che sarebbe stata l'offensiva verso Falaise, ma il generale Middleton, in accordo con il generale Bradley, ordinò alla 4ª divisione corazzata di proseguire sull'originaria direttrice di marcia, allo scopo di occupare Vannes ed impadronirsi della baia di Quiberon, destinata, secondo i piani prestabiliti nell'operazione Overlord, ad ospitare un altro porto artificiale[77], tenendola di fatto bloccata di fronte a Lorient dal 6 al 10 agosto, e consentendole di riprendere la marcia verso est solo il giorno 13[78].

L'occupazione della Bretagna, analogamente a quanto avvenne per la conquista di Cherbourg, costituì per gli Alleati una significativa vittoria sul piano del prestigio ma non ottenne risultati apprezzabili sul piano militare; le forze tedesche presenti nella regione erano troppo deboli per contrastare un'avanzata verso est, in direzione di Falaise e Parigi, e i porti, obiettivi primari nella preparazione dell'apertura del secondo fronte, non furono conquistati in tempo utile per renderli operativi e per essere utilizzati durante la campagna: Brest venne occupata solo il 19 settembre mentre le guarnigioni di Lorient e di Saint-Nazaire si arresero solo alla fine della guerra, e dovettero passare altre due settimane affinché le truppe statunitensi impegnate in Bretagna raggiungessero Argentan per congiungersi con il fianco sinistro della 2ª armata britannica[79].

Il contrattacco tedesco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Lüttich.
Direttrici d'attacco del XXXXVII corpo corazzato tedesco durante l'operazione Lüttich

La veloce avanzata in Bretagna e nella valle della Loira aveva consentito agli statunitensi di sfondare il fianco sinistro dello schieramento tedesco ma questo, sul lato destro, era ancora sufficientemente stabile e solo il controllo della città di Avranches garantiva l'afflusso delle truppe e dei rifornimenti. Allo scopo di allargare il corridoio, il VII corpo avanzò verso est in direzione di Mortain, che venne occupata il 3 agosto dalla 1ª divisione di fanteria e dalla 3ª divisione corazzata, mentre il XIX corpo iniziò una manovra in direzione sud-est, con l'intento di raggiungere il fiume Vire[80]. Lo spazio di circa 25 chilometri, aperto dalla 1ª armata alla base della penisola di Cotentin, era tuttavia ancora troppo sottile ed il pericolo di un contrattacco che tagliasse le linee di collegamento e che isolasse le truppe che avevano superato Avranches era ancora presente ed Hitler tentò di sfruttare questa possibilità, pianificando la cosiddetta "operazione Lüttich", ossia un attacco portato con tutte le forze corazzate in quel momento disponibili per riconquistare Mortain, isolare la 3ª armata, ristabilizzare il fronte e porre le basi per una controffensiva che avrebbe respinto gli Alleati verso la Manica[81].

Soldati della 30ª divisione di fanteria statunitense tra le rovine di Mortain

Nei piani del Führer l'attacco doveva essere portato con otto divisioni corazzate e una di panzergrenadier: la 1ª e 2ª SS e la 17ª SS-Panzergrenadier (quest'ultima dello Standartenführer Otto Binge), assieme alla 2ª e alla 116ª a formare il XXXXVII corpo corazzato comandato dal generale Hans Freiherr von Funck; e la (Erwin Jollasse), e l'11ª (Wend von Wietersheim), stanziate nel sud della Francia e già promesse a von Kluge il 27 luglio, assieme alla 9ª SS, passata al comando dell'Oberführer Friedrich-Wilhelm Bock, e alla 10ª SS che operavano nel settore di Caen, per un totale di circa 1.400 carri armati. Lo scopo era quello di realizzare un'offensiva simile allo sfondamento operato dal generale Erich Ludendorff nella battaglia di Liegi durante la prima guerra mondiale[82]. Le condizioni del fronte tedesco tuttavia non permettevano il tempo di attesa necessario per raggruppare tutte le forze e quindi von Kluge decise di utilizzare solo le quattro divisioni già presenti nella zona, le quali disponevano di soli 250 carri armati, per l'attacco che prese il via la notte tra il 6 ed il 7 agosto[83].

Soldati statunitensi ad Alençon durante l'avanzata verso Falaise

Le forze tedesche avanzarono senza essere precedute dal fuoco di sbarramento dell'artiglieria, allo scopo di tentare di sfruttare il fattore sorpresa: la 2ª divisione corazzata SS e la 17ª divisione SS-Panzergrenadier superarono Mortain da nord e da sud, conquistando Romagny e Le Mesnil-Adelée, mentre la 1ª e la 116ª divisione rimasero indietro; il quartier generale di Bradley, preavvertito la sera del 6 agosto dal servizio crittografico Ultra dell'attacco tedesco, aveva messo in allarme la 30ª divisione, la quale, immediatamente dopo l'inizio dell'attacco, aprì il fuoco con artiglieria e mortai, rallentando la marcia del XXXXVII corpo corazzato che, il mattino del 7 agosto, venne comunque a trovarsi a soli 15 chilometri da Avranches[84]. Il contrattacco statunitense fu immediato: la 4ª divisione corazzata fu inviata a bloccare il lato nord dell'avanzata tedesca, la 3ª divisione corazzata andò a rinforzare la 30ª divisione ed il XV corpo, comandato dal generale Wade H. Haislip, si diresse verso sud in direzione di Alençon e di Argentan, prospettando una larga manovra di accerchiamento[85].

Lo stesso giorno l'attacco tedesco subì un ulteriore rallentamento dovuto all'azione dei cacciabombardieri britannici Typhoon e dei Thunderbolt statunitensi che attaccarono la 2ª divisione corazzata, priva della copertura aerea promessa da Hitler[86], infliggendole gravi perdite e riducendo drasticamente il già esiguo numero di panzer disponibili, tanto che von Kluge ritenne di doverlo fermare e di riposizionare le forze in assetto difensivo, anche se Hitler insistette affinché esso fosse proseguito[87]. L'ultimo tentativo di continuare l'operazione fu costituito dall'affiancare alle residue forze rimaste l'ultima unità corazzata disponibile, la 9ª divisione, in quel momento impegnata a fronteggiare l'avanzata della 3ª armata statunitense che premeva verso est dalla Bretagna, ma anche questo tentativo non ebbe successo, contribuendo inoltre a scoprire ulteriormente il fianco sud dello schieramento che rischiava di sfaldarsi, e, soprattutto, dopo l'inizio dell'avanzata britannica nella zona di Caen in direzione di Falaise, vi era il pericolo concreto che la 7ª armata e la 5ª armata corazzata, affidata al comando del generale Heinrich Eberbach, rimanessero intrappolate; questo indusse il Führer ad interrompere l'attacco l'11 agosto, evitando tuttavia di ordinare il ripiegamento[88].

Fronte della 2ª armata britannica[modifica | modifica wikitesto]

I limitati progressi di Montgomery[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Spring e Operazione Bluecoat.
Il contrattacco tedesco durante l'operazione Spring

Contemporaneamente allo sfondamento realizzato dal VII e dall'VIII corpo statunitense sul fianco sinistro della 7ª armata tedesca, la 2ª armata britannica si mosse in direzione sud, proseguendo sulla direttrice di avanzata che, dieci giorni prima, l'avevano portata alla conquista di Caen; il 30 luglio ebbe inizio l'operazione Bluecoat, ossia l'offensiva che avrebbe dovuto portare l'VIII corpo britannico, appoggiato sul suo fianco destro dal V corpo statunitense, ad avanzare in direzione di Vire e di Mont Pinçon. Tale operazione seguì il primo infruttuoso tentativo di avanzata, avvenuto cinque giorni prima ad opera del II corpo canadese con la cosiddetta "operazione Spring", bloccata dopo soli due giorni dal I corpo corazzato SS comandato dall'Oberstgruppenführer Josef Dietrich[89].

L'operazione non ottenne i risultati previsti e, nonostante la cattura di circa 10.000 prigionieri, la resistenza opposta dalla 5ª armata corazzata e dal II corpo corazzato SS, comandato dall'Obergruppenführer Wilhelm Bittrich, non consentì alle forze Alleate di andare oltre la conquista di Vire, fermando la loro avanzata dopo appena 3 chilometri. Mentre nel comando statunitense il generale Bradley assumeva il comando di tutte le forze statunitensi in Francia, designate come XII gruppo di armate, il generale Montgomery, frustrato dai limitati progressi rispetto all'alleato, rimosse dal comando alcuni generali colpevoli, a suo pensare, di non motivare adeguatamente le truppe[90].

Lo sfondamento della 1ª armata canadese a Falaise[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Totalise e Operazione Tractable.
Movimenti delle forze Alleate dal 1º al 13 agosto 1944

Contemporaneamente all'inizio del contrattacco tedesco nella zona di Mortain anche la 2ª armata britannica riprese l'avanzata ed il 6 agosto la 43ª divisione di fanteria "Wessex" conquistò la cima di Mont Pinçon, mentre la 59ª divisione di fanteria "Staffordshire" attraversò il fiume Orne a nord di Thury-Harcourt. Questi movimenti precedettero l'attacco in direzione sud che prese il via la notte tra il 7 e l'8 agosto ad opera del II corpo d'armata canadese; il generale Montgomery infatti, dopo il fallimento dell'operazione Bluecoat, aveva ordinato di riprendere l'avanzata verso Falaise al fine di prendere alle spalle le forze corazzate tedesche che stavano avanzando verso Avranches, con l'ulteriore scopo di appoggiare i combattimenti difensivi degli statunitensi e di impedire a von Kluge di distogliere le forze presenti nel settore di Caen per supportare l'operazione Lüttich[91].

Movimenti delle forze Alleate durante le operazioni Totalise e Tractable

L'attacco, denominato "operazione Totalise", fu preceduto da un bombardamento a tappeto che spianò il terreno alla 4ª brigata corazzata canadese, alla 51ª divisione di fanteria "Highland" ed alla 3ª divisione di fanteria canadese che iniziarono ad avanzare, supportate dall'azione dell'8ª forza aerea che tuttavia, analogamente a quanto avvenuto sul fronte statunitense, sbagliò la misura dei lanci di bombe colpendo anche le forze Alleate[92]. Le forze tedesche avevano perso tre divisioni corazzate, inviate ad ovest per l'attacco verso Avranches, e il primo urto fu sostenuto dall'89ª divisione di fanteria, appena giunta dalla Norvegia[93], e dalla 12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend", le quali riuscirono a bloccare l'avanzata Alleata a Tilly-la-Campagne; il 9 agosto, dopo che erano stati percorsi circa 10 chilometri, un contrattacco tedesco causò la perdita di 47 carri armati Alleati[94] e l'offensiva, nonostante la 1ª divisione corazzata polacca del generale Stanisław Maczek fosse riuscita ad occupare Saint-Sylvain, iniziò a perdere slancio, tanto che, il giorno 11, dopo un fallito attacco tentato la notte del 10 verso quota 195, nella zona di Quesnay, il generale Montgomery, visti i minimi progressi realizzati, dovette interromperla[95].

Colonna motorizzata tedesca distrutta dalla 1ª divisione corazzata polacca durante l'offensiva verso Falaise

Nei giorni tra il 12 ed il 14 agosto i movimenti delle truppe canadesi furono limitati alla zona di Laize-la-Ville, mentre Montgomery stendeva i preparativi per l'attacco successivo, allo scopo di sfondare definitivamente il sempre più indebolito fronte tedesco di fronte a Falaise, che distava ormai solo 20 chilometri. L'attacco, la cosiddetta "operazione Tractable", prese il via il mattino del 14 agosto, preceduto nuovamente da un bombardamento corto che causò circa 300 vittime[96], ma la 4ª brigata corazzata canadese, superato non senza difficoltà il fiume Laison, venne immediatamente rallentata dall'azione dell'artiglieria controcarro, e la 3ª divisione di fanteria canadese, dopo avere conquistato il villaggio di Soulangy, lo perdette il giorno dopo a seguito di un contrattacco, mentre la 2ª divisione di fanteria canadese, comandata dal generale Charles Foulkes, approfittò del ripiegamento dei tedeschi per posizionarsi a circa due chilometri dalla periferia di Falaise, iniziando l'attacco alla città che venne liberata il 17 agosto[97], giorno in cui Hitler destituì il feldmaresciallo von Kluge dal comando del Oberbefehlshaber West, per sostituirlo con il feldmaresciallo Walter Model[98].

Il nuovo comandante del fronte ovest diede immediatamente disposizioni per il ritiro della 7ª armata e di ciò che restava della 5ª armata corazzata, lasciando al II corpo corazzato SS ed al XXXXVII corpo corazzato il compito di tenere rispettivamente a nord contro i britannici e a sud contro gli statunitensi. Questi ultimi tuttavia erano fermi ad Argentan, mentre la 1ª divisione corazzata polacca e la 4ª divisione corazzata canadese, comandata dal generale George Kitching, procedevano lentamente verso Trun; il 18 agosto venne occupata Louvières, ma l'avanzata fu ostacolata, oltreché dalla natura del terreno e dalla resistenza delle forze tedesche, dai continui attacchi aerei che, oltre ad infliggere danni e gravi perdite ai tedeschi, continuavano a colpire le avanguardie Alleate[99]. Montgomery chiese ripetutamente a Simonds e Crerar (comandante della 1ª Armata canadese) di accelerare la marcia al fine di chiudere rapidamente il varco tra la 1ª armata canadese e la 3ª armata statunitense, ma la resistenza della 3ª divisione paracadutisti tedesca consentì a migliaia di superstiti della 7ª armata di fuggire verso est; il 19 agosto le avanguardie della 3ª armata raggiunsero la Senna a Mantes-la-Jolie e, il 21 agosto, le truppe polacche e statunitensi si incontrarono a Chambois[100], non riuscendo tuttavia a chiudere completamente la sacca[101].

La sacca di Falaise e i dubbi sull'avanzata verso Parigi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sacca di Falaise.
Soldati della 50ª divisione di fanteria britannica "Northumbria" a colloquio con alcuni civili francesi il 23 agosto 1944

Tra il 21 ed il 22 agosto gli ultimi reparti sbandati della 7ª armata e della 5ª armata corazzata riuscirono, combattendo od eludendo le truppe Alleate, ad evadere dalla sacca prima che questa si chiudesse definitivamente, portando a 300.000 il numero complessivo dei soldati che riuscirono a salvarsi, ma fino al 24 agosto un ponte gettato da reparti del genio sulla Senna consentì il passaggio, oltre che delle truppe, anche a 25.000 veicoli che poterono attraversarlo solo di notte[102]. La chiusura della sacca costò ai tedeschi la perdita di 60.000 uomini, che si aggiunsero al totale di quaranta divisioni perdute durante la battaglia di Normandia, ma Montgomery, che solo due giorni prima aveva emanato una direttiva esortando i comandanti sul campo a "compiere un ultimo sforzo per tappare la bottiglia normanna", nonostante fosse giunto alla conclusione che tutte le forze tedesche ad ovest delle linee alleate erano state annientate o catturate, si era parimenti reso conto che la sacca era stata chiusa con notevole ritardo, permettendo la fuga ad un numero troppo elevato di soldati ed infatti, immediatamente dopo l'incontro tra i reparti avanzati delle due armate Alleate, il generale Crerar rimosse dal comando della 4ª divisione corazzata il generale George Kitching, colpevole a suo dire di non essere avanzato abbastanza velocemente, sostituendolo con il generale Christopher Vokes[103].

L'attacco al Vallo Atlantico, con la conseguente liberazione della Francia, vide anche la partecipazione delle forze armate della Francia libera, rappresentata dal governo francese all'estero presieduto dal generale Charles de Gaulle, che presero parte attiva alle operazioni con unità terrestri, aeree e navali affiancate da una significativa attività partigiana. Il governo francese ebbe inoltre un forte peso politico nella tempistica delle operazioni, inducendo il comandante dello SHAEF, il generale Dwight D. Eisenhower ad accelerare la liberazione di Parigi, nella quale entrò per prima la 2ª divisione corazzata francese. Infatti, una volta eliminata la resistenza delle due armate tedesche di stanza in Normandia, la 2ª divisione corazzata francese, comandata dal generale Philippe Leclerc de Hauteclocque, inquadrata nella 3ª armata statunitense, il 23 agosto si mosse verso Parigi dove, da accordi intercorsi tra gli Alleati, sarebbe entrata per prima. Era accaduto infatti che Charles de Gaulle, insieme al generale Henri Giraud del Comitato francese di Liberazione nazionale, il 9 agosto si era incontrato con il generale Eisenhower[104] allo scopo di convincerlo a fare entrare per prima nella capitale l'unità francese, vedendosi opporre, anche per mano di Bradley, alcune obiezioni in merito all'avanzata verso Parigi: dal punto di vista logistico la necessità, dopo la liberazione, di rifornire i due milioni di abitanti; dal punto di vista politico, la volontà di non interferire nella lotta di potere tra la destra e la sinistra francese, elemento che sarebbe stato inevitabile essendo il generale da Gaulle il presidente del Governo provvisorio della Repubblica francese; dal punto di vista militare, la sostanziale inutilità dell'obiettivo, che avrebbe ritardato l'inseguimento delle due armate tedesche in ritirata. L'insistenza francese produsse l'effetto desiderato ed Eisenhower avallò la proposta, dichiarando che "non vi fossero validi motivi per ritardare l'occupazione di Parigi"[105].

La liberazione di Parigi e la fine della battaglia di Normandia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Liberazione di Parigi.
Abitanti di Parigi aprono il fuoco contro le truppe tedesche durante l'insurrezione

Adolf Hitler, a seguito dell'avanzata degli Alleati in Normandia e verso Parigi, il 7 agosto convocò il generale Dietrich von Choltitz a Rastenburg, nominandolo comandante militare di Groß-Paris ("grande Parigi", intesa come l'intero agglomerato urbano), conferendogli tutti i poteri di comandante di una fortezza assediata. Il 10 agosto gli trasmise i suoi piani per la difesa, sostenendo che il mantenimento della capitale francese sarebbe stato di vitale importanza sia strategica che politica; l'idea del Führer si basava sul pericolo dello sfondamento dell'intero fronte, con annessa la perdita delle rampe di lancio da cui partivano le bombe volanti dirette in Inghilterra, e sul fatto che la perdita di Parigi aveva storicamente sempre rappresentato la perdita di tutta la Francia, e quindi dette disposizioni affinché la città fosse predisposta ad una difesa estrema e, in caso di sconfitta, che tutte le sue strutture fossero distrutte[106].

Linea del fronte il 25 agosto 1944, al termine della battaglia di Normandia

I successi delle armate Alleate, e soprattutto l'approssimarsi della sconfitta delle forze occupanti, incoraggiarono la popolazione di Parigi, in quel momento occupata da 20.000 soldati tedeschi, ad iniziare alcuni movimenti di ribellione, alla quale nessun ufficiale di collegamento Alleato poté opporsi[107]. Il 10 agosto elementi del partito comunista organizzarono uno sciopero, bloccando il traffico ferroviario in arrivo ed in partenza dalla capitale, inducendo von Choltitz a diramare l'ordine di disarmare la polizia, la quale, rifiutandosi di ottemperarlo, si ammutinò; il 15 agosto avvenne una grande manifestazione spontanea che radunò la folla di fronte alla cattedrale di Notre-Dame per ascoltare le notizie provenienti dal fronte, il giorno 18 i muri della città furono ricoperti di manifesti che incitavano alla rivolta ed il 19 agosto 3.000 tra gendarmi ed agenti di polizia occuparono la prefettura di Parigi, dando di fatto il via all'insurrezione che provocò i primi scontri a fuoco all'interno della città[108].

Il giorno successivo, dopo che von Choltitz aveva autorizzato, in segno di distensione, il rilascio di 4.213 prigionieri francesi, venne negoziata una tregua tra questi ed il console svedese e rappresentante della Croce Rossa Raoul Nordling che venne inizialmente accettata[109] ma il 21 agosto le SS, disattendendo le disposizioni per la tregua che miravano da un lato a consentire ai tedeschi di lasciare la città senza spargimenti di sangue e dall'altro ad evitarne la distruzione, aprirono il fuoco sui civili facendo riprendere i combattimenti che, da quel momento, cessarono solo dopo la liberazione della città[110]. La situazione che si stava delineando a Parigi indusse il generale Eisenhower ad accelerare i tempi per la liberazione e, mentre il 23 agosto due divisioni della 3ª armata statunitense (la 7ª divisione corazzata comandata dal generale Robert W. Hasbruck e la 79ª divisione di fanteria), avevano attraversato la Senna, ed in città era iniziata la caccia ai "collabos" ed alle "souris grises", venne autorizzato l'invio della 4ª divisione di fanteria e della 2ª divisione corazzata francese, forte di 16.000 uomini e 2.000 veicoli, direttamente su Parigi[111].

La "parata della vittoria" della 2ª divisione corazzata francese sugli Champs-Élysées il 26 agosto 1944
La parata della 28ª divisione di fanteria statunitense sugli Champs-Élysées il 29 agosto 1944

Il 24 agosto lo SHAEF impartì le disposizioni per l'occupazione della capitale e la sera stessa il capitano Raymond Dronne si incontrò con il segretario generale del CNR (Conseil National de la Résistance) Georges Bidault all'Hôtel de Ville per comunicargliele. A mezzanotte, accolto dalle campane di Notre-Dame, il generale Leclerc fece il suo ingresso in città. Il giorno dopo, nel primo pomeriggio, dopo l'ultimo significativo scontro a fuoco, von Choltitz venne prelevato dall'Hôtel Meurice, dove aveva sede il suo quartier generale, e portato in municipio dove, alla presenza di Leclerc, gli vennero dettate le condizioni per la resa; dopo che queste furono accettate, venne trasferito alla Gare de Paris Montparnasse, dove impartì l'ordine ai reparti al suo comando di deporre le armi[112]. Il generale de Gaulle giunse a Parigi alle 19:15 e si recò al ministero della guerra dove rifiutò di leggere il proclama, redatto da Bidault, tenendo un breve discorso dal balcone senza mai pronunciare le parole "resistenza" e "CNR", ed il 26 agosto pretese, non senza polemiche e contro il parere del comando Alleato, che le truppe francesi sfilassero in parata lungo gli Champs-Élysées[113].

Il 28 agosto il generale de Gaulle dette l'ordine di scioglimento per le forze della Francia libera e per tutte le organizzazioni della resistenza, sottolineando che chi avesse desiderato continuare a combattere i tedeschi avrebbe potuto farlo solo entrando nel nuovo esercito francese. Il giorno dopo, con Parigi già completamente liberata, avvenne la parata della 28ª divisione di fanteria statunitense, comandata dal generale Norman Cota, ponendo ufficialmente termine alla battaglia di Normandia[114].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Zetterling 2000, p. 34.
  2. ^ Zetterling 2000, p. 417.
  3. ^ a b c Badsey 1990, p. 85.
  4. ^ Zetterling 2000, p. 425. Quantità totale di mezzi corazzati impiegati dagli Alleati dal 6 giugno al 31 agosto 1944.
  5. ^ Bauer 1971, p. 160.
  6. ^ In Zetterling 2000, p. 78 i dati delle perdite tedesche sono sostanzialmente diversi; l'autore, sulla base dei documenti ufficiali tedeschi, calcola in totale 210.000 morti, feriti, dispersi e prigionieri.
  7. ^ Zetterling 2000, p. 83.
  8. ^ Hastings 1985, p. 405.
  9. ^ Bauer 1971, pp. 166-173; secondo l'autore i paracadutisti statunitensi ebbero 2.499 perdite, il VII corpo d'armata 197 perdite, il V corpo d'armata 3.881 perdite e la 2ª Armata britannica circa 3.000 perdite.
  10. ^ Zetterling 2000, p. 75.
  11. ^ Overy parla dell'operazione Overlord riferendosi al piano Alleato di invasione della Francia settentrionale. Overy 2000, pp. 230-231 e 247.
  12. ^ L'operazione finì con l'attraversamento della Senna il 19 agosto 1944, mentre la battaglia di Normandia continuò fino alla fine dello stesso mese. What were Operation Overlord, Operation Neptune and the Battle of Normandy? When did they take place?, su D-Day Museum. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2013).
  13. ^ AA.VV. 2004, p. 684.
  14. ^ La flotta comprendeva circa 2.700 navi per il trasporto dei mezzi e dei materiali e circa 2.500 mezzi da sbarco, scortate da oltre 700 unità da guerra. Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 527.
  15. ^ La differenza di idee tra i due feldmarescialli tedeschi fu alla base della lenta reazione dopo lo sbarco; Rommel riteneva infatti che, dato il predominio dell'aria da parte Alleata, sarebbe stato necessario schierare le divisioni corazzate vicino alla costa mentre il suo superiore pensava che tali forze sarebbero dovute essere poste in riserva, ed impiegate solo dopo un'attenta analisi della situazione. Hitler risolse la disputa assegnando tre divisioni a ciascuno, con la clausola che le tre assegnate a von Rundstedt avrebbero potuto essere impiegate solo con la sua diretta approvazione. Vedi Keegan 2000, p. 375.
  16. ^ Il 6 giugno gli Alleati riuscirono a sbarcare circa 155.000 soldati ma la profondità della linea di penetrazione fu di soli 1500 metri. Vedi Biagi 1992, p. 1940.
  17. ^ Biagi 1995 vol. VI, p. 1940.
  18. ^ Il generale Montgomery l'8 giugno scrisse al Ministero della guerra britannico sostenendo che "i tedeschi stanno facendo di tutto per mantenere Caen; ho deciso di non rischiare di trovarmi con una caterva di perdite attaccando la città a testa bassa ed ho pertanto ordinato alla 2ª armata di mantenere una pressione costante sul nemico e di dirigere lo sforzo principale verso Villers-Bocage ed Evrecy, per poi puntare a sud-est verso Falaise". Vedi Hastings 1985, p. 162.
  19. ^ La città di Bayeux, a causa del ritiro dei reparti tedeschi, fu una delle poche città della Normandia risparmiate dalla distruzione causate dai bombardamenti Alleati. Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 534.
  20. ^ Carell 1960, p. 146.
  21. ^ Il feldmaresciallo von Rundstedt dopo lo sbarco ordinò immediatamente che le unità corazzate di riserva si dirigessero verso le zone dello sbarco per unirsi alla 21ª divisione corazzata ma i suoi ordini vennero annullati dal generale Jodl che riteneva lo sbarco in Normandia un diversivo. Solo dopo le insistenti richieste di Rommel, Hitler acconsentì a fare muovere tali unità verso la costa. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 48.
  22. ^ Non esclusi 34 soldati che, catturati nei villaggi di Buron e Authie, vennero uccisi dalle SS di Meyer Gilbert1989, p. 616
  23. ^ La Panzer-Lehr-Division dovette percorrere circa 150 chilometri, venendo sottoposta continuamente agli attacchi aerei Alleati e, durante il suo spostamento, perse 130 automezzi, 5 carri armati, 84 cannoni semoventi ed un numero imprecisato di veicoli blindati. Vedi Hastings 1985, p. 163.
  24. ^ Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 537.
  25. ^ Al lancio dei paracadutisti dietro le linee tedesche si oppose il comandante delle forze aeree britanniche, il generale Trafford Leigh-Mallory, ma l'andamento della battaglia risolse comunque in senso negativo il contrasto tra i due comandanti. Vedi Hastings 1985, p. 168.
  26. ^ Tra il 10 ed il 13 giugno gli Alleati riuscirono a chiudere tutte le brecce e a collegare tutte le teste di sbarco e, grazie al controllo totale del canale della Manica, i rifornimenti iniziarono ad affluire con regolarità. Vedi Keegan 2000, p. 389.
  27. ^ La notte del 10 il numero di truppe alleate era salito a 325.000, nonostante un attacco condotto da 15 motosiluranti tedesche basate a Le Havre Gilbert1989, p. 620
  28. ^ L'avanzata della 7ª divisione corazzata l'aveva portata a circa 10 chilometri alle spalle del fianco sinistro della Panzer-Lehr-Division ed una diversione verso nord est le avrebbe consentito l'accerchiamento dell'intero dispositivo difensivo tedesco. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 54.
  29. ^ La battaglia di Villers-Bocage mise in evidenza l'errore con cui i britannici avevano spinto avanti i carri armati, ossia troppo distanziati dalla fanteria che, in un terreno non scoperto, avrebbe consentito di arginare gli improvvisi contrattacchi tedeschi. Vedi Hastings 1985, p. 173.
  30. ^ Liddell Hart 2009, p. 766.
  31. ^ Il porto Mulberry A, gestito dagli statunitensi, andò distrutto mentre il Mulberry B britannico venne riparato e garantì per i mesi successivi lo sbarco dei materiali necessari alla battaglia di Normandia. vedi Keegan 2000, p. 391.
  32. ^ Hastings 1985, p. 177.
  33. ^ Il 17 giugno il feldmaresciallo Rommel venne ricevuto da Hitler, il quale gli comunicò che avrebbe trasferito in Normandia due divisioni corazzate, una dal Belgio ed una dal sud della Francia, e che, dopo una settimana, avrebbe disposto il trasferimento dall'Unione Sovietica di altre due. Vedi Fraser 1993, p. 131.
  34. ^ Il comandante della 7ª armata tedesca, il generale Friedrich Dollmann, si suicidò il 29 giugno a seguito della richiesta di corte marziale da parte di Hitler dopo la caduta di Cherbourg, ed il comando dell'armata fu assunto dal comandante del II. SS-Panzerkorps, l'Oberstgruppenführer Paul Hausser. Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 547.
  35. ^ Nei quattro giorni dell'offensiva l'VIII corpo perse oltre 4.000 uomini mentre i tedeschi circa 800. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 68.
  36. ^ I comandanti tedeschi, scettici sull'efficacia delle bombe volanti chiesero ad Hitler di impiegarle contro le teste di sbarco o, in alternativa, contro i porti dell'Inghilterra meridionale ma il Führer obiettò che i bombardamenti dovevano essere concentrati su Londra per spingere gli Alleati alla pace. Vedi Liddell Hart 2009, p. 772.
  37. ^ Il bombardamento fu compiuto da 450 quadrimotori pesanti Handley Page Halifax. Dopo la fine della guerra, molti storici e militari concordarono sull'inutilità del bombardamento su Caen che, oltre a produrre vittime civili e la quasi completa distruzione della città, si rivelò inefficace, in quanto i piloti, al fine di evitare di colpire le proprie truppe di terra che si trovavano a ridosso delle linee avanzate tedesche, lanciarono le bombe molto più avanti, causando solo lievi danni al dispositivo difensivo tedesco. Vedi Hastings 1985, p. 287.
  38. ^ Al fronte occidentale la Wehrmacht dal 6 giugno aveva già perso 117.000 uomini, tra cui 2.700 ufficiali, ricevendo, dopo un mese, solo 10.000 rimpiazzi. Vedi Fraser 1993, p. 491.
  39. ^ Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 554.
  40. ^ Hitler aveva dato ordine di difendere Caen fino all'ultimo uomo ma il Brigadeführer Kurt Meyer, conscio dell'impossibilità di tenere la posizione e non disposto a sacrificare la vita dei suoi soldati che continuavano a resistere, il 9 luglio ordinò il ripiegamento della 12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend" sull'altra sponda del fiume Orne. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 75.
  41. ^ Il generale Roberts, comandante dell'11ª divisione corazzata, espresse notevoli riserve sul piano, poiché alle forze corazzate ed alla fanteria erano stati assegnati obiettivi diversi e le espresse per iscritto al generale O'Connor, ma questi rispose che se non la sentiva di condurre l'attacco secondo il piano prestabilito avrebbe sostituito l'11ª divisione corazzata come unità di punta con un'altra e Roberts, seppure riluttante, si uniformò. Vedi Hastings 1985, p. 300.
  42. ^ Il 17 luglio l'auto di Rommel era stata mitragliata da un Hawker Typhoon e il feldmaresciallo era rimasto gravemente ferito: l'attacco si era verificato vicino al villaggio di Saint-Foy-de-Montgomery AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 79.
  43. ^ Il bombardamento del 18 luglio fu il più intenso bombardamento a tappeto di tutta la campagna e lo spostamento d'aria, provocato dalla enorme quantità di bombe sganciate, capovolse perfino alcuni carri Tiger, pesanti circa 66 tonnellate. Vedi Keegan 2000, p. 394.
  44. ^ Il dispositivo difensivo copriva una lunghezza di circa 160 chilometri, a sud dell'altura di Bourguébus era appostato il grosso dell'artiglieria, dotato di circa 250 pezzi di artiglieria campale e da 88 mm, integrati da 272 lanciarazzi Nebelwerfer, e, sempre a sud dell'altura, si trovava una riserva mobile di 80 tra panzer e cannoni d'assalto. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 77.
  45. ^ Carell 1960, p. 296.
  46. ^ Hastings 1985, p. 305.
  47. ^ Il bocage normand limitava fortemente la visibilità e l'efficacia dei mezzi corazzati, ed allo stesso tempo consentiva ai difensori di attaccarli a brevissima distanza. Vedi Biagi 1995 vol. VI, p. 1951.
  48. ^ Il feldmaresciallo Rommel, nei mesi che precedettero lo sbarco, diede ordine di allagare qualsiasi terreno dove sarebbe stato possibile farlo come misura difensiva contro l'atterraggio di paracadutisti ed alianti. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 25.
  49. ^ Il generale Montgomery aveva proposto che il V corpo statunitense procedesse immediatamente verso sud, affiancando le forze della 2ª armata britannica, ma il generale Bradley si oppose, considerando prioritario l'obiettivo di prendere Cherbourg. Vedi Hastings 1985, p. 196.
  50. ^ Delle quattro divisioni tedesche presenti nella penisola di Cotentin solo la 77ª e la 91ª erano a pieno organico, ma tutte erano comunque carenti di mezzi corazzati. Vedi Keegan 2000, p. 391.
  51. ^ L'inesperienza delle truppe statunitensi costituì per il comando Alleato una delle maggiori problematiche durante la battaglia di Normandia e spesso le unità della 29ª e della 90ª divisione, a causa della loro inettitudine e dello scarso spirito combattivo, dovettero essere sostituite dai reparti delle due divisioni aerotrasportate. Vedi Hastings 1985, p. 204.
  52. ^ Il 13 giugno le avanguardie del V corpo statunitense fecero il loro ingresso a Caumont. Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 538.
  53. ^ Rommel, prevedendo le mosse del VII corpo tentò di salvare la 77ª divisione dirottandola verso sud e salvandola in questo modo dall'imbottigliamento nella penisola ma i suoi ordini vennero annullati da Hitler, il quale pretese che la divisione combattesse sul posto; nonostante questo il generale Stegmann autorizzò comunque la diversione verso sud ma il tentativo non ebbe successo, poiché nell'indecisione si erano persi quattro giorni ed il VII corpo statunitense era ormai a ridosso dell'unità tedesca, e lo stesso comandante rimase ucciso durante un bombardamento. Il suo sostituto, il colonnello Rudolf Bacherer, riuscì comunque a portare in salvo 1.500 uomini attraverso le linee statunitensi. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 60.
  54. ^ L'attacco verso Cherbourg, preceduto da una formale richiesta di resa da parte del generale Collins della guarnigione tedesca, la quale non ottenne risposta, iniziò contemporaneamente all'offensiva sovietica sul fronte orientale, la cosiddetta "operazione Bagration". Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 544.
  55. ^ Le postazioni difensive di Cherbourg erano state organizzate in previsione di un attacco dal mare ed il generale tedesco Erich Marcks aveva già rilevato, prima dello sbarco Alleato, la vulnerabilità delle difese in caso di attacco dall'entroterra. Vedi Hastings 1985, p. 208.
  56. ^ Il 21 giugno, tre giorni dopo che la penisola di Cotentin fu isolata, il Führer aveva comunicato al generale von Schlieben di "aspettarsi che si sarebbe battuto allo stesso modo in cui Gneisenau si batté a Kolberg", ricordando un episodio della guerra tra l'esercito prussiano e Napoleone. Vedi Keegan 2000, p. 392.
  57. ^ Gli statunitensi, una volta fatti prigionieri i reparti tedeschi, si accorsero che questi erano composti da un miscuglio di sovietici, polacchi e cechi, arruolati dopo l'occupazione dei rispettivi paesi, più un numero imprecisato di operai della Todt italiani e spagnoli. Vedi Biagi 1995 vol. VI, p. 1962.
  58. ^ AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 63.
  59. ^ L'operazione Bagration venne condotta con circa 2.500.000 uomini e circa 6.000 carri armati; le divisioni tedesche furono velocemente travolte ed il feldmaresciallo Busch venne sostituito dopo sei giorni con il feldmaresciallo Walter Model. Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 545.
  60. ^ Biagi 2021 vol. VI, p. 1940.
  61. ^ Dei tre tentativi il primo avvenne il 17 febbraio 1943 a Zaporižžja ma non venne realizzato a causa dell'opposizione del feldmaresciallo Erich von Manstein; il secondo il 13 marzo 1943 a Smolensk ad opera del colonnello Fabian von Schlabrendorff, il quale consegnò ad un ufficiale che viaggiava in aereo con il Führer un pacchetto nel quale erano contenute due piccole cariche esplosive che tuttavia non esplosero; il terzo ebbe luogo il 21 marzo 1943 a Berlino, quando al colonnello Rudolf Christoph Freiherr von Gersdorff si rese disponibile a sacrificarsi facendosi saltare in aria mentre si trovava accanto ad Hitler, ma la visita del Führer fu talmente breve da non dare il tempo all'ufficiale di azionare l'esplosivo. Vedi Hoffmann 1994, p. 148.
  62. ^ Fraser 1993, p. 531.
  63. ^ La conquista di Saint-Lô costò agli statunitensi circa 5.000 perdite, 3.000 della 29ª divisione ed oltre 2.000 della 35ª divisione. Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 562.
  64. ^ L'avanzata statunitense nel primo mese della campagna era stata rallentata dalla presenza del bocage normanno ma un soldato di nome Roberts trovò un'ingegnosa soluzione, suggerendo di saldare agli Sherman i "denti di sega", ossia vomeri di metallo ricavati dagli ostacoli di cui i tedeschi avevano disseminato le spiagge, per abbattere le siepi; l'idea fu realizzata dal sergente Culin che successivamente passò alla storia per avere inventato il cosiddetto "Rhino". Vedi Hastings 1985, p. 325.
  65. ^ Le bombe cadute sui reparti della 30ª divisione causarono la morte di 25 uomini ed il ferimento di altri 131. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 82.
  66. ^ L'intero gruppo comando del III battaglione del 47º reggimento fanteria della 9ª divisione fu ucciso ed il generale William Harrison della 30ª divisione scrisse in una lettera spedita ai familiari: "quando leggi tutte quelle belle cose dei nostri amici volanti ricordati che non è tutto oro quel che luccica". Vedi Hastings 1985, p. 328.
  67. ^ Il bombardamento dell'USAAF provocò circa 5.000 morti tra i soldati tedeschi e consistenti danni agli armamenti. Vedi Carell 1960, p. 313.
  68. ^ Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 568.
  69. ^ La 2. SS-Panzer-Division "Das Reich", dopo avere prestato servizio in Unione Sovietica, venne trasferita nel sud della Francia nella zona di Tolosa e, dopo lo sbarco in Normandia, venne comandata nel settore della 7ª armata, giungendo nel teatro delle operazioni il 23 giugno. Vedi Lucas 1992, p. 128.
  70. ^ Le perdite subite dagli statunitensi durante il contrattacco del 29 luglio furono, in termini di uomini e di mezzi, decisamente più gravi di quelle subite dai tedeschi ma, mentre i primi potevano attingere a riserve quasi illimitate, i tedeschi non erano più in grado di sopportare le perdite sostenute fino a quel momento. Vedi Hastings 1985, p. 338.
  71. ^ Per i tedeschi era di vitale importanza tenere Avranches ma la 7ª armata era stata dissanguata dalle perdite subite e la città fu occupata quasi senza combattere, e lo stesso Hausser dovette fuggire attraverso le colonne statunitensi che stavano avanzando. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 88.
  72. ^ Hitler, venuto a conoscenza del fallimento del tentativo di rioccupare Avranches commentò: "esso è fallito solo perché Kluge non voleva che avesse successo". Vedi Liddell Hart 2009, p. 774.
  73. ^ Il 31 luglio l'alto comando tedesco ricevette un breve messaggio dal quartier generale della 7ª armata che riferiva semplicemente: "il fianco sinistro ha ceduto". Vedi Biagi 1995 vol. VI, p. 1964.
  74. ^ Il generale Montgomery riteneva, data la debolezza delle forze tedesche presenti nel settore, che un solo corpo d'armata sarebbe stato sufficiente per occupare la Bretagna ma il generale Bradley fondava i suoi dubbi sulla possibilità di un contrattacco in un settore non ancora consolidato, annotando che "non possiamo rischiare di trovarci con una cerniera allentata". Vedi Hastings 1985, p. 361.
  75. ^ La 3ª armata non incontrò resistenza lungo il suo cammino, trovandosi di fronte solo reparti sbandati che tentavano di raggiungere le guarnigioni presenti nei porti fortificati. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 89.
  76. ^ Il seppure breve ritardo dovuto alla conquista delle città e la distanza di circa 300 chilometri da Avranches a Brest consentirono ai tedeschi di rafforzare le difese di Brest, facendo perdere la possibilità di conquistarla con un veloce colpo di mano. Vedi Carell 1960, p. 329.
  77. ^ Il generale Wood chiese ripetutamente l'autorizzazione di procedere verso est, sostenendo che la 4ª divisione corazzata avrebbe potuto arrivare a Chartres in soli due giorni, contestando il perseguimento dei piani generali dell'invasione, i quali non tenevano conto in alcun modo della situazione militare contingente, ma dovette comunque arrestare la sua marcia. Vedi Liddell Hart 2009, p. 780.
  78. ^ Il prosieguo delle operazioni dimostrò l'inutilità nel perseguire l'obiettivo di conquistare i porti bretoni poiché da un lato, dopo l'occupazione di Cherbourg, sarebbe stato naturale ritenere che anche quelli sarebbero stati resi inservibili, e dall'altro si produsse un ritardo nell'offensiva verso est che sarebbe risultata decisiva. Vedi Hastings 1985, p. 364.
  79. ^ Il generale Patton in seguito protestò in quanto venne impedito alla 3ª armata di deviare verso nord tagliando la possibile ritirata ai tedeschi, poiché questo avrebbe potuto provocare scontri con i britannici. Vedi Liddell Hart 2009, p. 781.
  80. ^ Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 571.
  81. ^ Il 2 agosto il generale Warlimont giunse al comando di von Kluge per portare gli ordini del Führer ma, mentre il feldmaresciallo riteneva che l'unica possibilità di evitare il collasso fosse la pianificazione di una strategia difensiva, che permettesse alle forze tedesche di raggrupparsi in posizione difensiva all'interno della Francia, l'intenzione di Hitler era quella di sferrare una controffensiva che "spazzasse via tutto lo schieramento Alleato in Normandia". Vedi Carell 1960, p. 331.
  82. ^ L'intento che Hitler confidò a Warlimont era quello di "tenere il nemico confinato nella sua testa di ponte ed infliggergli gravi perdite, allo scopo di indebolirlo e riuscire alla fine a distruggerlo." Vedi Keegan 2000, p. 398.
  83. ^ Il piano di von Kluge prevedeva che tre delle quattro divisioni disponibili avrebbero avanzato verso Mortain, mentre la quarta avrebbe puntato verso Avranches; Hitler espresse il suo diniego, considerando le forze del XXXXVII corpo corazzato troppo deboli per l'obiettivo prefissato, ma autorizzò comunque l'attacco. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 91.
  84. ^ Lucas 1992, p. 143.
  85. ^ L'attacco tedesco, condotto con forze insufficienti ed indebolite, offrì agli statunitensi la possibilità non solo di sconfiggere il nemico ma di annientarlo, tanto che il generale Bradley confidò ad Henry Morgenthau Jr., recatosi a trovarlo, che "questa è un'opportunità quale si presenta a un comandante non più di una volta ogni cento anni; ci accingiamo a distruggere un'intera armata tedesca". Vedi Hastings 1985, p. 366.
  86. ^ I pochi aerei tedeschi che decollarono da Parigi vennero attaccati dagli aerei Alleati sopra le loro basi e nessuno raggiunse il campo di battaglia. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 93.
  87. ^ Il Führer ordinò di proseguire l'attacco "con audacia e sprezzo del pericolo", sostenendo che "ogni uomo deve essere convinto della vittoria". Vedi Keegan 2000, p. 406.
  88. ^ Carell 1960, p. 337.
  89. ^ Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 527.
  90. ^ Nel comando statunitense il generale Courtney Hodges assunse il comando della 1ª armata mentre il fallimento dell'operazione Bluecoat indusse Montgomery a rimuovere dal comando i generali George Erskine e Gerard Bucknall. Vedi Hastings 1985, p. 343.
  91. ^ AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 94.
  92. ^ Alle ore 12:50, 492 fortezze volanti bombardarono le linee tedesche ma causarono circa 300 morti tra le truppe canadesi e britanniche, le quali aprirono il fuoco contro gli aerei abbattendone uno. Vedi Hastings 1985, p. 385.
  93. ^ L'89ª divisione di fanteria venne impegnata priva di armi anticarro e senza mezzi blindati, venendo velocemente travolta dall'avanzata Alleata. Vedi Carell 1960, p. 340.
  94. ^ Il 7 agosto i tedeschi avevano perso uno dei più famosi comandanti carristi, Michael Wittmann, il quale venne attaccato da cinque Sherman britannici che distrussero il suo Tiger uccidendolo. Vedi Keegan 2000, p. 408
  95. ^ In quel momento i tedeschi disponevano di soli 35 panzer mentre il II corpo d'armata canadese ne possedeva più di 700 ma, visto l'affluire di, sia pur deboli, rinforzi da parte tedesca si ritenne di dovere interrompere l'offensiva, allo scopo di realizzarne una successiva, sempre coordinata con l'utilizzo massiccio di forze aeree, che avrebbe finalmente consentito agli Alleati di operare lo sfondamento verso Falaise. Vedi Hastings 1985, p. 387.
  96. ^ Il bombardamento fu così intenso da cancellare persino il tracciato delle strade. Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 374.
  97. ^ I combattimenti all'interno di Falaise furono cruenti e tra questi vi fu quello avvenuto nella École supérieure della città, dove 60 giovani della 12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend", resistettero per tre giorni e solo quattro di loro sopravvissero. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 94.
  98. ^ Il 17 agosto il feldmaresciallo von Kluge si stava recando in automobile al fronte per incontrare personalmente il generale Heinrich Eberbach ma la sua automobile venne colpita dall'attacco di un cacciabombardiere ed il feldmaresciallo non riuscì a mettersi in comunicazione con il comando per alcune ore, ingenerando in Hitler il sospetto che egli stesse intavolando trattative con gli Alleati, e che di conseguenza potesse essere stato coinvolto nell'attentato del 20 luglio, fatto questo fu sufficiente per destituirlo dal comando. Congedatosi dalle sue truppe il feldmaresciallo scrisse una lettera al Führer annunciando il suo suicidio, unito alla preghiera di porre termine alla guerra. Vedi Carell 1960, p. 350.
  99. ^ I cacciabombardieri Alleati in quel periodo effettuarono dalle 2.000 alle 3.000 sortite al giorno ma le truppe di terra continuavano a lamentare scarsa precisione nell'identificazione dei bersagli da parte dei piloti e, solo il 18 agosto, i canadesi persero 51 uomini e 21 veicoli, mentre i polacchi lamentarono la distruzione di metà delle loro scorte di benzina. Vedi Hastings 1985, p. 392.
  100. ^ L'avanzata di Patton verso la Senna, ordinata da Bradley, ritardò l'azione degli statunitensi per incontrarsi con i canadesi e i polacchi ma allo stesso tempo impedì ai tedeschi di organizzare una linea difensiva lungo la Senna. Vedi Keegan 2000, p. 413.
  101. ^ Dopo che le forze Alleate si riunirono a Chambois, restò una spazio largo circa 5 chilometri, lungo il fiume Dives tra Trun e Chambois, dove passarono i superstiti della 7ª armata, ai quali, il 19 agosto, il generale Hausser aveva accordato la facoltà di "salvarsi ognuno per conto proprio". Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 95.
  102. ^ Il merito del passaggio di un così grande numero di soldati e di mezzi al di là della Senna fu attribuito agli ultimi combattenti della 12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend", i quali resistettero fino all'ultimo allo scopo di tenere aperto un passaggio per le truppe in ritirata. Vedi Keegan 2000, p. 413.
  103. ^ La chiusura tardiva della sacca consentì la fuga anche ad un cospicuo numero di alti ufficiali e molti comandanti nella 1ª armata canadese seguirono lo stesso destino del generale Kitching. Vedi Hastings 1985, p. 395.
  104. ^ Il generale de Gaulle, durante un precedente incontro, aveva ottenendo dal comando Alleato anche la responsabilità del Comitato nell'amministrazione della Francia liberata. Vedi Biagi 1992, p. 402.
  105. ^ L'opinione contraria all'occupazione di Parigi era stata sostenuta anche da Montgomery, il quale non solo riteneva che questo avrebbe impedito di incalzare le due armate tedesche ma sottolineò che avrebbe preferito aggirare la città ed attenderne la resa, ed ancora più esplicito fu il parere di Bradley, secondo il quale Parigi "non avrebbe dovuto significare nient'altro che un punto nero sulla nostra cartina. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 106.
  106. ^ Hitler sostenne che Parigi "deve essere difesa fino all'ultimo uomo, senza badare alle distruzioni che potrebbero produrvisi; tutto deve essere minato, Parigi sarà trasformata in un mucchio di rovine ed il comandante deve difendere la città fino all'ultimo e, se necessario, rimanervi seppellito". Vedi Biagi 1995 vol. VI, p. 2069.
  107. ^ La rivolta non poté essere controllata dai comandi Alleati, in quanto a Parigi nessuna fazione politica, essenzialmente comunisti e nazionalisti, "era disposta a farsi mettere nell'ombra dall'altra", né tanto meno a farsi sottrarre il merito della presa della città. Vedi Carell 1960, p. 374.
  108. ^ Il municipio, il tribunale ed il ministero della guerra vennero velocemente occupati e membri della resistenza incendiarono alcuni carri armati e, nei combattimenti che seguirono, furono uccisi 50 soldati tedeschi ed oltre 100 furono feriti. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 109.
  109. ^ Nel momento in cui la tregua venne accettata von Choltitz compì un altro gesto di distensione, liberando Alexandre Parodi, uno dei capi della resistenza più fedeli a de Gaulle. Vedi Keegan 2000, p. 415.
  110. ^ Le imboscate contro i tedeschi si susseguirono in tutte le strade, furono innalzate più di 400 barricate e dalle finestre delle case vennero lanciate bombe molotov sui blindati tedeschi. Vedi Biagi 1995 vol. VI, p. 2075.
  111. ^ La decisione del generale Eisenhower fu influenzata anche dalla volontà di permettere la resa tedesca, consentendo a von Choltitz di trattarla "da militare a militare" con le autorità Alleate. Vedi Carell 1960, p. 376.
  112. ^ Il generale von Choltitz disobbedì all'ordine di Hitler di distruggere la città, impedendo inoltre il protrarsi di un'inutile resistenza, firmando formalmente la resa alle ore 15:15. Vedi Salmaggi, Pallavisini 1989, p. 581.
  113. ^ Il generale Leonard T. Gerow, comandante del V corpo, aveva ordinato ai reparti francesi di spostarsi nella zona a nord-est della città, allo scopo di prevenire possibili contrattacchi tedeschi ma gli era stato comunicato da Leclerc che de Gaulle aveva a sua volta ordinato la parata della vittoria e che non si doveva contare sulle truppe francesi per almeno dodici ore. Gerow fece presente a Leclerc che egli si trovava sotto al suo comando e che quindi non poteva ricevere ordini da altri che non fosse lui ma la risposta di de Gaulle fu "vi ho prestato Leclerc e mi sembra di potervelo riprendere per poche ore". Vedi Biagi 1995 vol. VI, p. 2084.
  114. ^ La parata della 28ª divisione venne considerata una dimostrazione di forza, tendente ad appoggiare la pretesa di de Gaulle di comandare il governo provvisorio francese. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 111.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Il terzo Reich, vol. Fortezza Europa, H&W, 1993.
  • AA.VV., La Storia, La Biblioteca di Repubblica, L'età dei totalitarismi e la seconda guerra mondiale, vol. 13, De Agostini, 2004.
  • (EN) Stephen Badsey, Normandy 1944. Allied landings and breakout, Osprey, 1990, ISBN 0-85045-921-4.
  • Eddy Bauer, Storia controversa della seconda guerra mondiale, vol. VI, De Agostini, 1971.
  • Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, parlano i protagonisti, Rizzoli, 1992, ISBN 88-17-11175-9.
  • Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. VI, Fabbri Editori, 1995.
  • Paul Carell, Arrivano! Sie kommen!, Bur, 1960, ISBN 88-17-11925-3.
  • David Fraser, Rommel, l'ambiguità di un soldato, Mondadori, 1993, ISBN 88-04-41844-3.
  • Martin Gilbert, La grande storia della seconda guerra mondiale, Oscar Mondadori, 1989, ISBN 978-88-04-51434-3.
  • Peter Hoffmann, Tedeschi contro il nazismo, il Mulino, 1994, ISBN 88-15-04641-0.
  • Basil H. Liddell Hart, Storia militare della seconda guerra mondiale, 2009ª ed., Milano, Oscar Storia, Mondadori, 1970, ISBN 978-88-04-42151-1.
  • Max Hastings, Overlord Il D Day e la battaglia di Normandia, 1999ª ed., Milano, Oscar Storia, Mondadori, 1985, ISBN 88-04-37856-5.
  • John Keegan, La seconda guerra mondiale, Rizzoli, 2000, ISBN 88-17-86340-8.
  • James Lucas, Il ruolo militare della 2ª divisione SS, H&W, 1992, ISBN 88-7133-060-9.
  • Richard Overy, Russia in guerra, Milano, Il Saggiatore, 2000, ISBN 88-428-0890-3.
  • Cesare Salmaggi - Alfredo Pallavisini, La seconda guerra mondiale, Mondadori, 1989, ISBN 88-04-39248-7.
  • (EN) Niklas Zetterling, Normandy 1944. German Military Organization, Combat Power and Organizational Effectiveness, J.J.Fedorowicz, 2000, ISBN 0-921991-56-8.

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