Antonio Smareglia

«Mi meraviglio che Antonio Smareglia, musicista fra i più seri in Italia, non venga eseguito nella propria patria.»

Antonio Smareglia
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Antonio Smareglia (Pola, 5 maggio 1854Grado, 15 aprile 1929) è stato un compositore italiano, autore di alcune opere di notevole successo tra Ottocento e Novecento. A partire da un'iniziale tendenza wagneriana, mitigata dal riferimento delle ultime opere di Verdi, si mosse verso un dramma più astratto, simbolico, nel trittico benchiano.

Biografia ed opere[modifica | modifica wikitesto]

Esordi[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Antonio Smareglia, compositore

Antonio Francesco Smareglia nacque a Pola il 5 maggio 1854[1] da Francesco, istro-italiano di Pola[2][v. 2] e di Giulia Stiglich, istro-croata[v. 3] di Laurana[3]. Dopo i primi anni dell'infanzia passati nella natia Istria e a Pola, Smareglia si trasferì per motivi di studio prima a Gorizia[v. 4], poi a Vienna[v. 5] e infine a Graz[v. 6].

Nel 1871 si iscrisse presso il Conservatorio di Milano avendo come insegnante il celebre direttore d'orchestra Franco Faccio[v. 7].

Nella seconda metà degli anni settanta dell'Ottocento entrò in rapporti con Arrigo Boito e con gli ambienti della scapigliatura milanese.

Il suo esordio avvenne al Teatro dal Verme di Milano nel 1879 con l'opera Preziosa[v. 8], cui fece seguito Bianca da Cervia (1882)[v. 9]. Queste sue prime creazioni ricevettero una discreta accoglienza sia da parte della critica sia del pubblico italiano del tempo, pur senza riuscire a inserirsi nel grande repertorio lirico.

Il Re Nala, invece, presentato per la prima volta alla Teatro La Fenice di Venezia nel 1887, crollò e venne sonoramente fischiato dagli spettatori presenti. Il fiasco fu certamente preparato da Giulio Ricordi[v. 10], con cui Smareglia aveva avuto grandi contrasti, sia di natura musicale sia sentimentale[v. 11]. Smareglia poi distrusse la partitura, adattando i brani di notevole valore nei Pittori fiamminghi[v. 12] e nelle altre opere[v. 13].

Successi[modifica | modifica wikitesto]

Il suo primo, grande successo, Smareglia lo otterrà nel 1889 a Vienna, con Il vassallo di Szigeth[v. 14], su libretto di Luigi Illica e Francesco Pozza[v. 15], tradotto in tedesco da Max Kalbeck. L'opera venne acclamata in molti teatri europei e anche al Teatro Metropolitan di New York, dove venne rappresentata, in tedesco, nel 1890[v. 16][v. 17].

Anche la sua opera successiva, Cornill Schut (conosciuta anche come Cornelius Schut), fu un grandioso successo prima a Praga (1893)[v. 16], poi a Dresda[v. 16], Monaco[senza fonte] e Vienna[v. 16].

Nel 1895 il compositore si impose a Trieste, con Nozze istriane[v. 18], la sua opera sicuramente più popolare e significativa, anche se certamente non la migliore. Nozze Istriane venne acclamata anche a Vienna e in molti importanti teatri dell'Europa del tempo (Praga, Berlino, ecc.) ma stentò ad affermarsi nel Regno d'Italia dove viene presentata per la prima volta al pubblico del Teatro La Fenice di Venezia solo nel 1905. Ciò non deve stupire, in quanto Smareglia era un convinto seguace di Wagner e nella sua musica si mostra nettamente un post-wagneriano.

Smareglia in seguito compose l'opera La falena, la quale fu rappresentata al Teatro Rossini di Venezia il 4 settembre 1897 sotto la direzione di Gialdino Gialdini e con il libretto del famoso scrittore triestino irredentista Silvio Benco. La musica piacque, sprigionando grandiosità, misticismo e bellezza armonica[v. 19].

La falena fu la prima di una trilogia di opere che troverà il suo compimento con Oceàna[v. 20] diretta da Arturo Toscanini alla Scala di Milano nel 1903 e con Abisso[v. 21] del 1914, con la direzione di Tullio Serafin. Tuttavia l'idea di Benco, accolta con entusiasmo da Smareglia, di "redimere" la musica italiana nel nome di Wagner si rivelerà errata, e questo portò piano piano Smareglia in una strada senza sbocco, in un vero e proprio isolamento culturale.

Ultime opere[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1900 Smareglia, a causa di una mal riuscita operazione di cataratta[4] perse completamente la vista[v. 22]. Le sue due ultime opere vennero così composte sotto dettatura alla moglie[v. 23], al figlio Mario[v. 24] e ai suoi studenti[v. 25].

Alla morte di Arrigo Boito, Toscanini propose a Smareglia di terminare l'opera Nerone[v. 26] lasciata incompiuta dal grande scrittore e operista padovano. Accettato l'incarico, il compositore, dopo aver ultimato il I atto, ne fu inspiegabilmente privato e cacciato via, senza spiegazioni, dallo stesso Toscanini[v. 27]. Una plausibile spiegazione potrebbe essere quella di aver esposto dei dubbi sull'effettiva validità dell'opera al collerico e dittatoriale direttore, che farà poi completare il lavoro da Vincenzo Tommasini.

Poco prima di morire, Antonio Smareglia effettuò un radicale rifacimento della sua opera Cornill Schut, e la ripropose al pubblico triestino nel 1928 con il titolo di Pittori fiamminghi. Fu il suo ultimo successo, il 15 aprile 1929 morì a Grado per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute: era affetto da un tumore alla gola.

Fortuna[modifica | modifica wikitesto]

Memoriale a Pola.

Smareglia non ebbe in seguito una gran fortuna con le sue opere: a parte l'isolamento culturale, di cui si è detto, e la scomparsa del bacino di utenza dell'Impero austro-ungarico, che lo rese in pratica "straniero in patria" data l'evidente connotazione mitteleuropea della sua musica, enormemente contribuì al suo isolamento la calunnia del "portare scalogna" lanciata con diabolica astuzia a Milano, dopo l'esecuzione di Oceàna[v. 28]. La cattiveria contro di lui è stata portata avanti dal giornalista triestino Stefani[v. 28], che voleva così punirlo per la sua non-adesione alla causa irredentista[v. 29] durante la prima guerra mondiale. Stefani si scusò moltissimo, ma purtroppo la calunnia attecchì enormemente a Trieste e in Venezia Giulia ed è ancora oggi molto sentita.

Ma il vero problema di Smareglia, come di molti compositori che furono suoi allievi e che diedero poi vita alla "Scuola musicale triestina", fu quello di una musica chiaramente centro-europea, considerata dagli italiani troppo austriaca o slava, e dai popoli mitteleuropei troppo italianeggiante[v. 30]; di una musica cioè di confine, non inquadrabile né da una parte né dall'altra in modo preciso, e che costituisce nell'Europa musicale un vero e proprio caso sui generis generato dalla mescolanza di varie stirpi tipiche dell'Istria e di Trieste, come provato pure dal matrimonio misto dei genitori del compositore.

Su tutti questi problemi e sull'opera del compositore la musicologia si è generalmente astenuta o limitata a pochi saggi in genere di argomento limitato. La lacuna è stata colmata nel 2004 dalla completa biografia smaregliana contenente l'analisi completa di tutta la sua produzione musicale e della sua tormentata vita, "Le opere di Antonio Smareglia", scritta dal musicologo triestino Paolo Petronio[v. 31].

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Smareglia viene considerato uno degli operisti italiani più interessanti della fine dell'Ottocento[5]: le prime opere, rappresentate in Italia, si presentano sotto l'influsso del melodramma verdiano e italiano[6]. Con Il vassallo di Szigeth (1889) egli mostrò di ispirarsi alle tendenze tardoromantiche diffuse nell'area centro-europea, in particolare a B. Smetana e ad A. Dvořák. Successivamente al ritorno a Trieste, nel 1895, il suo linguaggio musicale venne influenzato da elementi wagneriani e tedeschi: la base musicale rimase mitteleuropea, ma i pezzi chiusi vennero sostituiti da una struttura continua e da procedimenti sinfonici, comunque sempre sottomessi alla vocalità[7]: tali elementi si ritrovano in Nozze Istriane (1895), la sua opera più nota, in cui si notano anche influenze del verismo italiano e di Cavalleria rusticana di P. Mascagni[8], e il trittico La falena, Oceàna e Abisso (1897, 1903, 1914). In tali opere espresse un robusto temperamento sia drammatico sia lirico e grandi doti di orchestratore[9], meriti per i quali ottenne apprezzamento da contemporanei come J. Brahms, E. Hanslick[10], G. Puccini, F. Lehar[8] e R. Strauss[11].

Composizioni[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Titolo Genere Atti Libretto Première Città, teatro
Caccia lontana scena melodrammatica 1 Giovanni Pozza 10 agosto 1875 Milano, Conservatorio
Preziosa dramma lirico 3 Angelo Zanardini
(da The Spanish Student di Henry Wadsworth Longfellow)
20 novembre 1879 Milano, Teatro Dal Verme
Bianca da Cervia dramma lirico 4 Fulvio Fulgonio[12] 7 febbraio 1882 Milano, Teatro alla Scala
Re Nala melodramma 4 Vincenzo Valle 9 febbraio 1887 Venezia, Teatro la Fenice
Il vassallo di Szigeth[13] opera seria 3 Luigi Illica e Francesco Pozza 18 giugno 1889 Vienna, Hofoper
Cornill Schut[14] dramma lirico 3 Luigi Illica 20 maggio 1893 Praga, Teatro Nazionale
Nozze istriane dramma lirico 3 Luigi Illica 28 marzo 1895 Trieste, Teatro Comunale
La falena leggenda 3 Silvio Benco 6 settembre 1897 Venezia, Teatro Rossini
Oceàna commedia fantastica 3 Silvio Benco 22 gennaio 1903 Milano, Teatro alla Scala
Abisso dramma lirico 3 Silvio Benco 10 febbraio 1914 Milano, Teatro alla Scala
Pittori fiamminghi[15] dramma lirico 3 Luigi Illica 21 gennaio 1928 Trieste, Teatro Verdi

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Quattro canti per voce e pianoforte (Milano, 1875)
    1. Nell'onde chiare
    2. Ruba ai fior
    3. Una mesta sospirando (ballata)
    4. Deh! Spegni, o Dio
  • Leonora, sinfonia descrittiva (Milano, 1877)
  • Barcarola, per pianoforte (Milano, 1884)
  • Inno dei canottieri istriani, per coro maschile a 4 voci e pianoforte, testo di Nazario Stradi (Pola, 1886)
  • Ruhelos! (Senza pace!), per voce e pianoforte, testo di Felix Falzari (Vienna, 1896)
  • Inno a Tartini, per voci e banda, testo di Silvio Benco (Trieste, 1896)
  • Oceàna, suite per orchestra. Anche per pianoforte a 2 o 4 mani (Milano, 1902)
  • Due canzoni gradesi, per voce e pianoforte, testi di Biagio Marin (Trieste, 1929)
    • Per le strae solesae
    • Co sarè morto
  • Tre canti sacri, per voce e pianoforte
    • Salve regina (Trieste, 1919)
    • Pater noster (Trieste, 1929)
    • Ave Maria (Trieste, 1929)
  • Cantico a Maria, per voci bianche e organo, testo di Monsignor Cleva (1930)
  • Liriche per voce e pianoforte (opera omnia a cura di Luigi Donorà, Udine, 1989)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Croatia, Church Books, 1516-1994," database with images, FamilySearch (https://familysearch.org/pal:/MM9.3.1/TH-1942-28355-12911-34?cc=2040054 : 16 July 2014), Roman Catholic (Rimokatolička crkva) > Pula > Births (Rođeni) 1815-1874 > image 143 of 672; Arhiva Hrvatske u Zagrebu (Croatia State Archives, Zagreb).
  2. ^ Francesco Smareglia è nato a Pola: "Croatia, Church Books, 1516-1994," database with images, FamilySearch (https://familysearch.org/pal:/MM9.3.1/TH-1971-28355-12408-31?cc=2040054 : 16 July 2014), Roman Catholic (Rimokatolička crkva) > Pula > Births (Rođeni) 1815-1874 > image 26 of 672; Arhiva Hrvatske u Zagrebu (Croatia State Archives, Zagreb).
  3. ^ La famiglia di Giulia Stiglich aveva la dimora a Oprič: "Croatia, Church Books, 1516-1994," database with images, FamilySearch (https://familysearch.org/pal:/MM9.3.1/TH-1971-28342-6258-54?cc=2040054 : 16 July 2014), Roman Catholic (Rimokatolička crkva) > Lovran > Births (Rođeni) 1820-1890 > image 55 of 383; Arhiva Hrvatske u Zagrebu (Croatia State Archives, Zagreb).
  4. ^ L'operazione è stata fatta nel pomeriggio del 22 giugno 1897 dal dott. Emilio Marcus: http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3AIEI0111767_280792&teca=MagTeca%20-%20ICCU&mode=all&q=%22%20istriane%22%20&fulltext=1
  5. ^ Smaréglia, Antonio nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 16 febbraio 2017.
  6. ^ AA VV, Enciclopedia Zanichelli, Bologna, Zanichelli, 2016.
  7. ^ AA. VV., Le Garzantine: Musica, Milano, Garzanti, 2005, p. 829.
  8. ^ a b Opera Manager - Opera: Antonio Smareglia Nozze istriane, su operamanager.com. URL consultato il 16 febbraio 2017.
  9. ^ SMAREGLIA, Antonio in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it. URL consultato il 16 febbraio 2017.
  10. ^ Sapere.it, Smarèglia, Antònio - Sapere.it, su sapere.it. URL consultato il 16 febbraio 2017.
  11. ^ OperaManager.com - Oceana, su operamanager.com. URL consultato il 16 febbraio 2017.
  12. ^ Da notare che Mario Smareglia attribuisce prima il libretto a Francesco Pozza (Smareglia, 1934, p. 117), collaboratore di Illica per il Vassallo di Szigeth, ma poi a Fulvio Fulgonio (Smareglia, 1934, p. 398). Sembra si tratti di un errore, come lo spartito conferma (Petronio, 2004, p. 68).
  13. ^ Rappresentata in tedesco (Der Vasall von Szigeth) con libretto tradotto da Max Kalbeck. La prima rappresentazione col libretto in italiano ebbe luogo il 4 ottobre 1930 a Pola, Teatro Ciscutti.
  14. ^ Rappresentata in ceco. Il 6 giugno 1893 fu rappresentata a Dresda, Hofoper, col titolo Cornelius Schut. Prima rappresentazione in lingua italiana il 17 febbraio 1900 a Trieste, Teatro Comunale.
  15. ^ Revisione di Cornill Schut.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vidali, 1991, p. 37.
  2. ^ Smareglia, 1932, p. 74.
  3. ^ Smareglia, 1932, p. 10.
  4. ^ Smareglia, 1932, p. 12.
  5. ^ Smareglia, 1932, p. 14.
  6. ^ Smareglia, 1932, p. 15.
  7. ^ Smareglia, 1932, p. 16.
  8. ^ Smareglia, 1932, p. 19.
  9. ^ Smareglia, 1932, p. 20.
  10. ^ Smareglia, 1932, p. 33.
  11. ^ Petronio, 2004, pp. 87-88
  12. ^ Smareglia, 1932, p. 21.
  13. ^ Petronio, 2004, p. 89
  14. ^ Smareglia, 1932, pp. 37-38.
  15. ^ Smareglia, 1932, p. 35.
  16. ^ a b c d Smareglia, 1932, p. 38.
  17. ^ Smareglia, 1934, p. 137.
  18. ^ Smareglia, 1932, pp. 44-45.
  19. ^ Mestrovich, 2001.
  20. ^ Smareglia, 1932, p. 55.
  21. ^ Smareglia, 1932, pp. 88-90.
  22. ^ Smareglia, 1932, pp. 51-52.
  23. ^ Smareglia, 1932, p. 47.
  24. ^ Smareglia, 1932, pp. 72-73.
  25. ^ Smareglia, 1932, p. 54.
  26. ^ Smareglia, 1932, pp. 96-97.
  27. ^ Smareglia, 1932, pp. 104-105.
  28. ^ a b Smareglia, 1932, p. 58.
  29. ^ Petronio, 2004, p. 13.
  30. ^ Smareglia, 1932, p. 122.
  31. ^ Petronio, 2004.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Abbiati, Storia della musica, Volume V, Milano, Garzanti, 1958 [1939-1946].
  • Silvio Benco, Ricordi di Antonio Smareglia, Duino (Trieste), Edizioni Umana, 1968.
  • Luigi Donorà, Antonio Smareglia. Cenni biografici a cura di Luigi Donorà, stampato dalla Famiglia Dignanese in occasione del X Raduno Dignanese, Bologna, 30 maggio 1982, Conselve (PD), Tipografia Suman M., 1982.
  • Gianni Gori e Marina Petronio, Antonio Smareglia, lettere, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1985.
  • Edoardo Perpich, Il teatro musicale di Antonio Smareglia, Rovigno, Unione degli italiani dell'Istria e di Fiume - Università Popolare di Trieste, 1990.
  • Paolo Petronio, Le opere di Antonio Smareglia, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 2004.
  • Paolo Petronio, Le opere di Antonio Smareglia, con numerosi esempi musicali, Varese, Zecchini Editore, 2018, ISBN 978-88-6540-189-7.
  • (EN) Matteo Sansone, Smareglia, Antonio, in Stanley Sadie (a cura di), The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Volume 23: Scott to Sources, Oxford University Press, 2001, ISBN 978-0-333-60800-5.
  • (EN) Matteo Sansone, Smareglia, Antonio, in Stanley Sadie (a cura di), The New Grove Dictionary of Opera, Volume Four, Oxford University Press, 2004, ISBN 978-0-19-522186-2.
  • Ariberto Smareglia, Vita ed arte di Antonio Smareglia, Lugano, Mazzuconi, 1932.
  • Mario Smareglia, Antonio Smareglia nella storia del teatro melodrammatico italiano, Pola, Libreria Editrice Smareglia, 1934.
  • Fabio Vidali, L'Ambiente, in AA.VV. (a cura di), Pittori Fiamminghi, Teatro Comunale Giuseppe Verdi - Trieste, 1991, ISBN non esistente.
  • Slavko Zlatić, Antonio Smareglia, u. Istra, 1977

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