Anna Andreevna Achmatova

Anna Achmatova in un ritratto di Kuz'ma Petrov-Vodkin (1922)

Anna Andréevna Achmátova nata Gorenko (in russo А́нна Андре́евна Ахма́това?; Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889Mosca, 5 marzo 1966) è stata una poetessa russa, considerata tra le maggiori del secolo in lingua russa.

Candidata nel 1965 al premio Nobel per la letteratura, nella cui graduatoria finale giunse seconda dietro al connazionale Michail Šolochov, fu tra le più critiche penne contro lo stalinismo, periodo storico nel quale il suo primo marito fu fucilato e il suo secondo marito e il figlio furono condannati alla detenzione nei gulag. Ricevette riabilitazione letteraria dalle autorità sovietiche in tarda età, poco prima della morte avvenuta a Mosca nel 1966[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anna Achmatova con il marito Nikolaj Gumilëv e il figlio Lev (1913)

«Lascio la casa bianca e il muto giardino.
Deserta e luminosa mi sarà la vita[2]»

Figlia di Andrej Antonovič Gorenko, funzionario pubblico, e di Inna Erazmovna Stogova, entrambi di nobile famiglia, fu sposata dal 1910 al 1918 con Nikolaj Gumilëv, dal quale ebbe il figlio Lev. Fece parte della Corporazione dei poeti, un gruppo acmeista fondato e guidato dal marito[3]. Compose la prima opera, La sera, nel 1912, alla quale seguì Il rosario nel 1914, caratterizzate entrambe da un'intima delicatezza. Lo stormo bianco (1917), Piantaggine (1921), Anno Domini MCMXXI (1922) sono raccolte di versi ispirate dal nostalgico ricordo dell'esperienza biografica, che spesso assumono quasi la cadenza di una preghiera.

Dopo la fucilazione del primo marito, Nikolaj, nel 1921, seguì una lunga pausa indotta dalla censura, che la poetessa ruppe nel 1940 con Il salice e Da sei libri, raccolte dalle quali emerge un dolore derivato dalla costante ricerca della bontà degli uomini. Il figlio Lev fu imprigionato fra il 1935 e il 1940 nel periodo delle grandi purghe staliniane.

Anna Andreevna Achmatova ritratta il 1º gennaio 1921 da Moisej Nappelbaum

Espulsa dall'Unione degli Scrittori Sovietici nel 1946 con l'accusa di estetismo e di disimpegno politico[4], riuscì tuttavia ad essere riabilitata nel 1955, pubblicando nel 1962 un'opera alla quale lavorava già dal 1942, il Poema senza eroe, un nostalgico ricordo del passato russo, rielaborato attraverso la drammaticità che la nuova visione della Storia comporta, e attraverso una trasfigurazione dello spazio e del tempo in una concezione di puro fine.

Sulla sua poetica ebbe molta influenza la conoscenza delle opere di Dante Alighieri, come testimonia il filosofo Vladimir Kantor: «Quando chiesero ad Anna Achmatova, la matriarca della poesia russa, “Lei ha letto Dante?”, con il suo tono da grande regina della poesia rispose: “Non faccio altro che leggere Dante”»[5].

Opere tradotte in italiano[modifica | modifica wikitesto]

La tomba di Anna Achmatova nel cimitero di Komarovo (San Pietroburgo)
  • Poesie, Firenze, Sansoni, 1951
  • Poesie. Introduzione e traduzione di Bruno Carnevali. Testo originale a fronte. Parma, Guanda, 1962
  • Anna Achmatova, a cura di Raissa Naldi, presentazione di Ettore Lo Gatto, Milano, Nuova Accademia, 1962; Milano, La vita felice, 2018
  • Il sogno e altre poesie, poesie tradotte da Raissa Naldi, dizione di Anna Proclemer, Mlilano, Nuova Accademia, 1965 (con disco 33 giri)
  • Poema senza eroe e altre poesie, a cura di Carlo Riccio, Torino, Einaudi, 1966
  • Le rose di Modigliani, a cura di Eridano Bazzarelli, Milano, Il saggiatore, 1982
  • Liriche scelte (1902-1964), a cura di Maria Luisa Dodero Costa, Milano, Libri Scheiwiller, 1990
  • Io sono la vostra voce..., a cura di Evelina Pascucci, prefazione di Sergio Romano, Pordenone, Studio Tesi, 1990
  • La corsa del tempo: Liriche e poemi, a cura di Michele Colucci, Torino, Einaudi, 1992
  • Lo stormo bianco, traduzione di Gene Immediato, prefazione di Silvio Riolfo Marengo, Cinisello Balsamo, San Paolo, 1995
  • 47 poesie, traduzione di Michele Colucci e Carlo Riccio, Milano, Mondadori, 1996
  • Poesie, a cura di Dan Danino di Sarra, Fondi, Confronto, 1997 (ristampa anastatica dell'ed. Sansoni, 1951)
  • Amedeo Modigliani e altri scritti, a cura di Eridano Bazzarelli, Milano, SE, 2004
  • Distrugga, per favore, le mie lettere: lettere 1906-1966, a cura di Maurizia Calusio, Milano, Archinto, 2005
  • Luna allo zenit e altre poesie, a cura di Bruno Carnevali, Firenze, Passigli, 2007
  • Il bacio dell'icona, a cura di Curzia Ferrari, L'ancora, Milano 2011
  • È flebile la mia voce e altre poesie, cura e traduzione di Paolo Galvagni, Pistoia, Via del vento, 2012
  • Il prodigio delle cose, a cura di Antonella Anedda, Milano, Corriere della Sera, 2012
  • Il silenzio dell'amore : poesie, traduzione di Manuela Giabardo e Paolo Ruffilli, introduzione di Paolo Ruffilli, Castelfranco Veneto, Biblioteca dei Leoni, LCE edizioni, 2014
  • Tutte le poesie (1904-1966). Versione metrica, traduzione di Bruno Osimo, Milano, ISBN 9788831462211 e 9788831462228, 2020
  • Sera, traduzione di Bruno Osimo, Milano, La Vita Felice, ISBN 9788893467407, 2023

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elisabetta Rasy, Anna Achmatova la Zarina, in Corriere della Sera, 15 novembre 2006, p. 41. URL consultato il 21 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2015).
  2. ^ Anna Achmàtova, Lo Stormo Bianco, traduzione di Gene Immediato, prefazione di Silvio Riolfo, ed. San Paolo, 1995
  3. ^ Vedi Enciclopedia Italiana, riferimenti in Collegamenti esterni.
  4. ^ Vedi: Sapere.it riferimenti in Collegamenti esterni.
  5. ^ Jesús Colina, Il grande filosofo russo Kantor svela l'influenza cattolica nel suo Paese, su Zenit, Il mondo visto da Roma, 3 aprile 2011. URL consultato il 23 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elio Ballardini (a cura di), La Pietroburgo di Anna Achmatova, Catalogo della Mostra tenuta a Bologna nel 1996, Casalecchio di Reno, Grafis, 1996 ISBN 88-8081-099-5
  • Maria Rosaria Cerasuolo Pertusi, Anna Achmatova nella poesia russa del '900, Trieste, C.E.D.D., 1974.
  • Lidija Korneevna Čukovskaja, Incontri con Anna Achmatova: 1938-1941. Milano, Adelphi, 1990 ISBN 88-459-0787-2
  • Gyorgy Dalos, Innamorarsi a Leningrado: Anna Achmatova e Isaiah Berlin, Roma, Donzelli 2007 ISBN 978-88-6036-115-8
  • Carlo D'Asdia, Anna Achmatova: poeta dell'amore, poeta del dolore. Torino, Testo&immagine, 2003.
  • Maria Luisa Dodero Costa, Anna Andreevna Achmatova: la memoria e il tempo, Genova, La Quercia, 1980 ISBN 5-212-00136-6
  • Maria Luisa Dodero Costa, Anna Achmatova (1889-1966): atti del convegno nel centenario della nascita, Torino, Villa Gualino, 12-13 dicembre 1989, Alessandria, Edizioni dell'orso, 1992 ISBN 88-7694-110-X
  • Elaine Feinstein, Anna di tutte le Russie: la vita di Anna Achmatova. Milano, La tartaruga, 2006 ISBN 88-7738-452-2
  • Tatiana Patera, A concordance to the poetry of Anna Akhmatova. Dana Point, Ardis, 1995 ISBN 0-87501-111-X
  • Carlo Riccio, Materiali per un'edizione critica di «Poema bez geroja» di Anna Achmatova, Pisa, Giardini, 1996 ISBN 88-427-0011-8
  • Andrea Galgano, Anna Achmatova. Il fondo del bagliore, in "Mosaico", Roma, Aracne, 2013, pp. 353-358 ISBN 978-88-548-6705-5
  • Silvana Sonno, Tre donne nella rivoluzione. Marina Cvetaeva, Anna Achmàtova, Aleksandra Kollontaj, Perugia, Edizioni Era Nuova, 2017, ISBN 88-6662-116-1.
  • Paolo Nori, Vi avverto che vivo per l'ultima volta. Noi e Anna Achmatova, Milano, Mondadori, 2023 ISBN 9788804761518

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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