Anglosassoni

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Gli Anglosassoni furono un gruppo culturale che nel primo Medioevo abitò buona parte dell'attuale Inghilterra e parlava la lingua inglese antica (nota appunto come anglosassone). Le loro origini risalgono ai coloni germanici (tra cui gli Angli e i Sassoni) che arrivarono nell'isola britannica dal continente europeo nel V secolo. Sebbene i dettagli non siano precisi, la loro identità culturale si è probabilmente sviluppata con l'interazione dei suddetti coloni con la pre-esistente cultura di stampo romano. Col tempo, la maggior parte delle persone abitanti la parte orientale e centrale dell'Inghilterra venne a identificarsi come anglosassone, parlando l'antico inglese. Le successive invasioni danesi e normanne cambiarono la situazione in maniera significativa, ma la loro lingua e la struttura politica rimasero e sono i diretti antenati del medievale Regno d'Inghilterra e della lingua inglese media. Nonostante la lingua inglese moderna debba meno del 26% dei vocaboli all'inglese antico, questi comprendono la maggioranza delle parole usate nel parlare quotidiano.[1][2]

Il periodo anglosassone identifica quella parte della storia britannica che va dal loro primo insediamento alla conquista normanna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Rappresentazione di abiti Anglosassoni.

Il termine anglosassone viene dagli scrittori latini dell'epoca di re Alfredo il Grande (IX secolo), che utilizzavano per lui il titolo di rex Anglorum Saxonum o rex Angul-Saxonum. Forti contingenti di Germani occidentali si mossero verso la Gran Bretagna, a completamento di un processo avviato fin dal V secolo: a partire da quell'epoca, infatti, gran parte degli Ingaevones (praticamente tutti gli Angli e gli Juti e numerosi contingenti di Frisoni e Sassoni) si erano stanziati in Gran Bretagna.

Con il ritiro dei Romani, la Gran Bretagna si spezzettò in regni formati da gruppi di Britanni spesso in lotta tra loro o con i popoli non celtici del nord, e in queste lotte i re e capi locali cominciarono ad ingaggiare milizie germaniche provenienti dal continente; esse occuparono le terre sud-orientali dell'isola principale spingendo le popolazioni celtiche verso nord e ovest. Gli Angli occuparono la parte centrale e orientale dell'antica Britannia, i Sassoni quella del sud, mentre gli Juti, in minor numero, si stanziarono nell'estremo lembo sudorientale corrispondente più o meno all'attuale Kent. Presto le varie tribù germaniche sarebbero arrivate a fondersi:[3] già nell'VIII secolo lo storico longobardo Paolo Diacono li indica collettivamente con il nome di Anglosassoni.[4] La più antica testimonianza della loro lingua (l'inglese antico), il poema epico Beowulf, risale al VII secolo[4]

Già agli inizi dell'VIII secolo, nella sua Historia ecclesiastica gentis Anglorum san Beda il Venerabile (I.15) suggerisce che

Comunque, altri scrittori antichi non sembrano conoscere queste precise distinzioni e del resto l'utilizzo nel titolo della sua opera del termine gentis Anglorum farebbe pensare che gli Anglosassoni furono pensati in questi termini, almeno dall'VIII secolo.

In Europa, questo termine fu usato per la prima volta da Paolo Diacono, storico dei Longobardi, che potrebbe comunque averlo utilizzato solo per distinguere i Sassoni dell'Inghilterra dai Sassoni del Continente.

Il dibattito sull'origine[modifica | modifica wikitesto]

Il famoso "Elmo di Sutton Hoo", basato sul modello di quello da parata romano e che presenta decorazioni simili a quelli di elmi trovati in Svezia a "Vecchia Uppsala" (v. Elmo vichingo)

San Beda il Venerabile li identifica come discendenti delle tribù degli Juti, degli Angli e dei Sassoni. Il loro stanziamento definitivo nella Gran Bretagna avvenne tra gli anni 441 e 443[5].

Il nome "Anglosàssoni" veniva usato per indicare alcune popolazioni di origine germanica che, comunemente vengono indicate negli Angli, nei Sassoni e negli Juti che, tra il V ed il VI secolo d.C., emigrarono dalle coste della Germania settentrionale e della Danimarca nella Gran Bretagna. Questi popoli erano organizzati politicamente in una "Eptarchia" comprendente sette regni. Sant'Agostino di Canterbury, inviato da papa Gregorio Magno, convertì al cristianesimo gli Anglosassoni.

Si discute se questi popoli, giunti nell'isola, abbiano spazzato via le popolazioni che vi trovarono, oppure se si fusero con queste, sicuramente ne misero in fuga la maggior parte verso l'Irlanda. Un'interpretazione alternativa degli eventi è quella che ci fu una limitata occupazione militare della Britannia orientale, con la popolazione che andò gradualmente adottando la lingua e la cultura della classe dominante. Si discute anche sulla quantità di elementi di ceppo germanico presenti nell'isola prima del ritiro dei Romani dalla Britannia, che potrebbero aver facilitato una qualche migrazione. Fu con gli Anglosassoni che almeno dal IX secolo si cominciò a parlare di un regno d'Inghilterra.

Attualmente, con il termine di anglosassoni, si indicano in italiano le popolazioni di lingua inglese della Gran Bretagna e dell'America settentrionale.

Arte anglosassone[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte anglosassone.

L'arte degli Anglosassoni non era particolarmente diversa da quella degli altri popoli germanici che avevano invaso il continente Europeo; le sue tecniche erano specialmente quelle della lavorazione del metallo e degli smalti cloisonnés, le opere erano principalmente gioielli, spille, fibule, fibbie, armi ornate, e altri oggetti come testimonia lo stupendo tesoro funerario di Sutton Hoo, ora al British Museum di Londra.

Lo stabilirsi di una fitta rete di collegamenti tra sedi monastiche in seguito alla seconda evangelizzazione (secoli VI-VII) e l'affermarsi dei solidi regni locali di Northumbria, Mercia e Wessex portarono a una notevole fioritura artistica e a un organico riprendersi dei contatti con il continente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Joseph M. Williams, Origins of the English Language: A Social and Linguistic History, Simon and Schuster, 1986, ISBN 978-0-02-934470-5.
  2. ^ Joscha Gretzinger, at al, The Anglo-Saxon migration and the formation of the early English gene pool, in Nature, n. 610, 2022, pp. 112–119, DOI:10.1038/s41586-022-05247-2.
    «... the individuals who we analysed from eastern England derived up to 76% of their ancestry from the continental North Sea zone, albeit with substantial regional variation and heterogeneity within sites. ... The end of the Roman administration in fifth century Britain preceded a dramatic shift in material culture, architecture, manufacturing and agricultural practice, and was accompanied by language change. The archaeological record and place names indicate shared cultural features across the North Sea zone, in particular, along the east and southeast coasts of present-day England, Schleswig-Holstein and Lower Saxony (Germany), Frisia (Netherlands) and the Jutland peninsula (Denmark). ... which does not fit a model of elite influence that could explain the adoption of a West Germanic language with apparently minimal influence from Celtic or Latin. ... Work based on present-day Y chromosomes inferred 50–100% replacement of male lineages during the Early Middle Ages in eastern England.»
  3. ^ Villar 1997, p. 437.
  4. ^ a b Villar 1997, p. 438.
  5. ^ Jacques Le Goff, La civiltà dell'occidente medievale

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Mappe della Britannia post-romana[modifica | modifica wikitesto]

da earlybritishkingdoms.com

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