Anatolio (prefetto del pretorio)

Anatolio, detto Azutrion dai suoi nemici (in latino Anatolius; Beirut, ... – 360), è stato un politico romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Berytus, moderna Beirut, dove ricevette alcuni insegnamenti in legge, prima di trasferirsi a Roma.[1] Nel 349 ricopriva già un importante incarico amministrativo, probabilmente quello di consularis Syriae,[2] mentre nel 352 era vicarius Asianae.[3] Secondo le ricostruzioni di alcuni storici potrebbe aver ricoperto la carica di proconsole di Costantinopoli nel 354.[4]

Nel 355 gli fu offerto di ricoprire la carica di praefectus urbi di Roma,[5] ma dubbioso a causa dei cattivi rapporti tra plebe e senato romano,[5] alla fine decise di rifiutare il prestigioso incarico.[6] Cionondimeno si recò a corte in Italia l'anno successivo.[7]

Fu Prefetto del pretorio dell'Illirico dal 357 al 360,[8] anno in cui morì e fu succeduto da Florenzio.[9] La sua amministrazione fu molto efficiente: Anatolio riuscì infatti a ridurre il costo del cursus publicum;[10] durante la carica ricevette un panegirico composto da Imerio,[11] organizzò una competizione di retori ad Atene a tema fisso, vinta da Proeresio,[12] cui più tardi confermò il titolo e i doni conferitigli dall'imperatore.[12]

Soprannominato Azutrion dai suoi nemici, era amico di Libanio, che ne lodava il carattere severo e incorruttibile, e con il quale ebbe una corrispondenza parzialmente conservatasi; come il suo amico era pagano, e quando visitò Atene vi compì dei sacrifici.[6]

Potrebbe essere il Vindonio Anatolio di Berytus citato da Fozio[13] come autore di un'opera sull'agricoltura.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eunapio, Vita dei sofisti, x.6.1-2; Libanio, Lettere, 339, 438.
  2. ^ La sua carica è attestata da una legge conservatasi nel Codice teodosiano (xii.1.39) data il 1º aprile 349 ad Antiochia e indirizzata al "prefetto del pretorio Anatolio"; secondo gli storici la carica indicata è errata, in quanto l'attività edilizia di Anatolio ad Antiochia, indicata da una lettera di Libanio datata 355 (Lettere 311), richiede che abbia ricoperto l'incarico di consolare di Siria o comes Orientis (Jones).
  3. ^ Codice teodosiano xi.30.19a, xii.1.28a.
  4. ^ Jones, in cui si collega un anonimo αρχων della Fenicia amico di Libanio ad Anatolio in base ad una lettera dell'oratore, la 553 del 357, in cui questi ricorda ad Anatolio la loro amicizia a Costantinopoli.
  5. ^ a b Libanio, Lettere 391.
  6. ^ a b Libanio, Lettere 423.
  7. ^ Libanio, Lettere 492.
  8. ^ Codice teodosiano xii.1.38a; Ammiano Marcellino, XIX.11.2; Libanio, Lettere 19, 314, 552, 562, 563, 574, 578, 582, 583 (datate 357 e tutte meno la 562 e 582 indirizzate a lui), 333, 339, 348, 362, 363 (datate 358), 80, 81 (datate 359), Orazioni XIV 15 (del 358).
  9. ^ Libanio, Lettere 674, 675; Ammiano Marcellino, xxi.6.5.
  10. ^ Ammiano Marcellino, XIX.11.3; Aurelio Vittore, Cesari, 13.5-6.
  11. ^ Imerio, Orazioni xxxii.
  12. ^ a b Eunapio, Vita dei sofisti, x.6.4-10.
  13. ^ Fozio, Biblioteca, 163.
  14. ^ Jones.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti secondarie
  • «Anatolius 3», The Prosopography of the Later Roman Empire: A.D. 260-395, volume 1, Cambridge University Press, 1971, ISBN 0-521-07233-6, pp. 59–60.
Controllo di autoritàVIAF (EN352149294325480521795 · ISNI (EN0000 0000 5504 2364 · CERL cnp00286095 · LCCN (ENno2009028582 · GND (DE102409307 · J9U (ENHE987007344842905171