Alfredo Reichlin

Alfredo Reichlin
Alfredo Reichlin nel 1983

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato5 giugno 1968 –
14 aprile 1994
LegislaturaV, VI, VII, VIII, IX, X, XI
Gruppo
parlamentare
PCI, PDS
CircoscrizioneLecce-Brindisi-Taranto, Bari-Foggia, Potenza-Matera, Bari-Foggia
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPCI (1946-1991)
PDS (1991-1998)
DS (1998-2007)
PD (2007-2017)
ProfessioneGiornalista

Alfredo Reichlin (Barletta, 26 maggio 1925Roma, 21 marzo 2017) è stato un politico e partigiano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Alfredo Reichlin (primo da sinistra in alto) fra i gappisti romani nel 1944

Figlio di Pietro Reichlin ed Elisabetta Lauro[1], all'età di cinque anni Alfredo Reichlin si trasferì a Roma, dove il padre esercitò la professione d'avvocato non proseguendo l'attività industriale iniziata in Puglia dal nonno svizzero di Alfredo[2].

Nella capitale partecipò alla Resistenza con le Brigate Garibaldi, facendo parte dei GAP[2]. Catturato dai fascisti fu provvidenzialmente liberato dall'intervento del futuro giornalista de L'Unità Arminio Savioli[2].

Ottenuta la maturità classica al Liceo ginnasio Torquato Tasso[3], nel 1946 si iscrisse al Partito Comunista Italiano, di cui fu uno dei dirigenti più importanti per circa trent'anni. Allievo di Palmiro Togliatti, fu vicesegretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e nel 1955 entrò ne l'Unità, di cui dopo un anno diventò vice-direttore. Promosso a direttore nel 1958, negli anni sessanta si avvicinò alle posizioni di Pietro Ingrao, le più a sinistra nel partito.

Quando l'attrito tra Togliatti e la corrente di Ingrao divenne inconciliabile, Reichlin fu allontanato dai quadri de l'Unità per far spazio alla nuova direzione di Mario Alicata.

Alfredo Reichlin al Congresso Nazionale della Sinistra Giovanile del 2007

Da segretario regionale del PCI in Puglia fu molto attento alla questione meridionale, alla quale dedicò anche le sue opere Dieci anni di politica meridionale. 1963-1973 (1974) e Classi dirigenti e programmazione in Puglia (1976).

Deputato nazionale fin dal 1968, durante gli anni settanta entrò nella direzione nazionale del partito e collaborò gomito a gomito con Enrico Berlinguer.

In seguito - ritenendo che il compito storico del PCI era stato quello di «conciliare per la prima volta la classe con la nazione e di insegnare alle masse povere intrise di sovversivismo che cos’è la democrazia e perché è interesse degli sfruttati e dei ceti subalterni difendere lo stato democratico»[4] - fu favorevole alle trasformazioni del partito da PCI in Partito Democratico della Sinistra prima, da PDS in Democratici di Sinistra poi, ed infine da DS in Partito Democratico.

Dal 1989 al 1992 fu "Ministro dell'Economia" del governo ombra del Partito Comunista Italiano[5]. Alfredo Reichlin è stato il presidente della commissione per la stesura del "Manifesto dei Valori" del Partito Democratico[6].

È morto a Roma il 21 marzo 2017.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Sposato in prime nozze con Luciana Castellina (militante comunista, espulsa nel 1969 per aver aderito al gruppo de Il manifesto), ha avuto due figli: Lucrezia e Pietro, entrambi economisti[7]. Dopo aver divorziato è passato a nuove nozze con Roberta Carlotto, che aveva avuto a sua volta una figlia, Silvia, dal precedente marito.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Dieci anni di politica meridionale. 1963-1973, Roma, Editori Riuniti, 1974
  • Mario Alicata intellettuale e dirigente politico, con Carlo Salinari, Aldo Tortorella e Giorgio Amendola, Roma, Editori Riuniti, 1978
  • Una nuova frontiera per lo sviluppo. Il PCI e l'imprenditoria diffusa, con altri, Milano, Angeli, 1985
  • L'energia del terzo millennio. Le relazioni al seminario di Frattocchie, con altri, Roma, l'Unita, 1987
  • Governare il bilancio. Finanza pubblica e politiche fiscali, con altri, Roma, l'Unita, 1988
  • Italia e Europa. La sfida dell'unione, con altri, Roma, Effepi, 1996
  • Note sul decennio. La sinistra e la crisi della nazione italiana, Milano, Editoriale il Ponte, 2000
  • Il silenzio dei comunisti, con Vittorio Foa e Miriam Mafai, Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-06-16353-1
  • Ieri e domani. Memoria e futuro della sinistra, Firenze, Passigli, 2002. ISBN 88-368-0728-3
  • Riformismo e capitalismo globale. A nuove domande nuove risposte, con Giorgio Ruffolo, Firenze, Passigli, 2003. ISBN 88-368-0782-8
  • Il midollo del leone. Riflessioni sulla crisi della politica, Roma-Bari, Laterza, 2010. ISBN 978-88-420-9315-2
  • La storia non è finita, Roma, Collana Radar, Castelvecchi Editore, 2016.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma, 4 luglio 2005[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I novanta'anni di Alfredo Reichlin, Barlettanews, su barlettanews.it. URL consultato il 5 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2015).
  2. ^ a b c Antonio Gnoli, Alfredo Reichlin: “La politica la fa chi crede in se stesso, su di me ho avuto più di un dubbio”, in La Repubblica, 7 dicembre 2014.
  3. ^ Maria Simonetti, Tre licei doc a Roma: chi c'era (PDF), su amicideltasso.it. URL consultato il 19 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2020).
  4. ^ A. Reichlin, Il midollo del leone, Laterza, 2010, pp. 6-7.
  5. ^ Ecco le ombre rosse, in La Repubblica, 18 luglio 1989. URL consultato il 26 giugno 2009.
  6. ^ Commissione Manifesto dei Valori, su Sito ufficiale Partito Democratico. URL consultato il 26 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2009).
  7. ^ Paolo Foschi, I tre Reichlin, dal Partito comunista all'alta finanza, in Corriere della Sera, 3 maggio 2009, p. 12. URL consultato il 29 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2013).
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore de l'Unità Successore
Pietro Ingrao 1957 - 1962 Mario Alicata I
Luca Pavolini 1977 - 1980 Claudio Petruccioli II
Controllo di autoritàVIAF (EN49356688 · ISNI (EN0000 0000 6651 9965 · SBN CFIV067894 · LCCN (ENn85284319 · GND (DE1075058295 · BNF (FRcb129861669 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n85284319