Alfred Picard

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Alfred Picard nel 1900

Alfred Maurice Picard (Strasburgo, 21 dicembre 1844Parigi, 8 marzo 1913) è stato un funzionario, politico e ingegnere francese, commissario generale dell'Esposizione Universale di Parigi del 1900, Ministro della Marina di Francia dal 22 ottobre 1908 al 24 luglio 1909 e vice-presidente del Consiglio di Stato francese dal 1912 al 1913.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Picard venne ammesso all'École polytechnique nel 1862, trasferendosi poi nel 1864 all'École Nationale des Ponts et Chaussées; dopo la laurea viaggiò verso l'Egitto, dove ebbe modo di studiare il Canale di Suez.[1] Con lo scoppio della guerra franco-prussiana nel 1870, periodo in cui era ingegnere del canale adibito al trasporto del carbone della Saar e della via d'acqua delle saline di Dieuze, si arruolò nell'esercito francese, partecipando alla difesa di Metz e in seguito guidando un battaglione del genio militare dell'Armée de la Loire[2] Nel 1872 venne poi chiamato a controllare il corretto funzionamento del Chemins de fer de l'Est e del canale Marna-Reno, mansioni che svolse fino al 1879, partecipando in questo periodo anche ad alcune grandi opere ingegneristiche, tra cui il Canale di Panama.[3]

Nel 1880 fu Capo di gabinetto del Ministro dei Lavori Pubblici della Francia Henri Varroy e Direttore del personale del Ministero prima di assumere, nel 1885, la carica di Direttore generale dei ponti, delle strade, delle miniere e delle ferrovie.[2] Entrato a far parte del Consiglio di Stato nel 1882, ne divenne presidente di sezione nel 1886.[1][3] Dopo essere stato redattore ufficiale dell'Esposizione universale di Parigi del 1889,[4] fu commissario generale della mostra internazionale di Parigi del 1900, anno in cui venne anche insignito della Gran Croce della Legion d'Onore e della Gran Croce dell'Ordine di Carlo III; l'anno successivo intraprese la stesura della relazione in sei volumi dell'Esposizione Universale, dal titolo Le Bilan d'un Siècle, che fu il tema stesso della seconda Expo parigina.[5]

Picard venne poi eletto membro dell'Accademia francese delle scienze nel 1902.[6] Nonostante non avesse mai avuto cariche politiche né sia mai stato eletto in Parlamento, la sua fama di buon amministratore convinse il Primo ministro francese Georges Clemenceau a nominarlo Ministro della Marina il 22 ottobre 1908, fino alla caduta del governo il 24 luglio 1909.[3][2] Il 27 febbraio 1912 divenne invece vicepresidente del Consiglio di Stato fino alla sua morte, l'8 marzo 1913. Il funerale venne celebrato nella Cattedrale di Notre-Dame; Picard venne poi sepolto nel Cimitero di Père-Lachaise.[7]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Les chemins de fer français: étude historique sur la constitution et le régime du réseau, Parigi, Rothschild, 1884.
  • Le Bilan d'un Siècle, 1801-1900 (i-VI), Parigi, Rothschild, 1906.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Willi Hager, Hydraulicians in Europe 1800-2000, CRC Press, 2014, p. 1066, ISBN 1466554983.
  2. ^ a b c M. Alfred Picard, Collegio ingegneri ferroviari italiani, Rivista tecnica delle ferrovie italiane, 1913, p. 352, ISBN non esistente.
  3. ^ a b c Théodore Rieger, Alfred Maurice Picard, vol. 30, Nuovo dizionario biografico alsaziano, 1982, p. 3011, ISBN non esistente.
  4. ^ (FR) Alfred Picard, Exposition universelle internationale de 1889 à Paris : rapport général, Hachette, 1891-1892, ISBN non esistente.
  5. ^ (EN) Xavier Ryckelynck, Les hommes de l'Exposition universelle de 1889: le cas Alfred Picard, Editions l'Atelier, Le Mouvement social, 1989, pp. 25-42.
  6. ^ (FR) PICARD Alfred Maurice, su Cths.fr. URL consultato il 25 agosto 2021.
  7. ^ (FR) Maurice Alfred PICARD (1844-1913)., su Annales.org. URL consultato il 25 agosto 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Sylvain Ageorges, Sur les traces des Expositions Universelles, città, Parigramme, 2006, ISBN 978-28409-6444-5.
  • (FR) Jean-Christophe Mabire, L'Exposition Universelle de 1900, città, L. Harmattan, 2019, ISBN 27384-9309-2.

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Controllo di autoritàVIAF (EN44424133 · ISNI (EN0000 0000 8123 0713 · LCCN (ENno97019808 · GND (DE18835025X · BNF (FRcb12747098q (data) · J9U (ENHE987007324775505171 · WorldCat Identities (ENlccn-no97019808