Alberto Moravia

Disambiguazione – Se stai cercando le opere e la poetica di Alberto Moravia, vedi Alberto Moravia (opere e poetica).
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo storico, vedi Alberto Pincherle (storico).
Alberto Moravia

Europarlamentare
Durata mandato17 giugno 1984 –
15 giugno 1989
LegislaturaII
Gruppo
parlamentare
Gruppo Comunista e Apparentati

Dati generali
Partito politicoIndipendente nel Partito Comunista Italiano
ProfessioneScrittore

«Soprattutto quando ero bambino, la noia assumeva forme del tutto oscure a me stesso e agli altri, che io ero incapace di spiegare e che gli altri, nel caso di mia madre, attribuivano a disturbi della salute o altre simili cause.»

Alberto Moravia, pseudonimo di Alberto Pincherle (Roma, 28 novembre 1907[1]Roma, 26 settembre 1990), è stato uno scrittore, giornalista, sceneggiatore, saggista, drammaturgo, poeta, reporter di viaggio, critico cinematografico e politico italiano.

Considerato uno dei più importanti romanzieri italiani del XX secolo, ha esplorato nelle sue opere i temi della sessualità, dell'alienazione sociale e dell'esistenzialismo.

Salì alla ribalta nel 1929 con il romanzo Gli indifferenti e pubblicò nella sua lunga carriera più di trenta romanzi. I temi centrali dell'opera di Moravia sono l'aridità morale, l'ipocrisia della vita contemporanea e la sostanziale incapacità degli uomini di raggiungere la felicità. La sua scrittura è rinomata per lo stile semplice e austero, caratterizzato dall'uso di un vocabolario comune inserito in una sintassi elegante ed elaborata.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni di vita[modifica | modifica wikitesto]

Alberto Pincherle (Moravia era il cognome della nonna paterna) nacque a Roma, nel quartiere Pinciano, in via Giovanni Sgambati, il 28 novembre del 1907 in un'abbiente famiglia borghese. Il padre, Carlo Pincherle, era un architetto e pittore veneziano d'origine ebraica, mentre la madre, Teresa Iginia De Marsanich,[2][3] detta Gina, era un'anconetana di religione cattolica e d'origini in parte dalmate. Interessanti sono gli intrecci familiari, che ben descrivono la temperie culturale nella quale si formò il giovane Moravia:

Alberto fu il secondo di quattro figli, nato dopo la sorella Adriana (1905-1996), pittrice, e prima dell'altra sorella, Elena (1909-2006), moglie dell'ambasciatore Carlo Cimino, e del più piccolo Gastone (1914-1941), caduto in combattimento a Tobruk, in Libia, durante la campagna del Nordafrica. Trascorse, assieme alla famiglia, un'infanzia "normale, benché grave e solitaria" nel villino di via Gaetano Donizetti 6, progettato dal padre. Alberto Moravia era ateo[4].

Moravia non riuscì a compiere studi regolari perché nel 1916, all'età di nove anni, venne colpito da una seria forma di tubercolosi ossea che lo costrinse a letto per ben cinque anni, tre dei quali trascorsi a casa e due presso il sanatorio Codivilla di Cortina d'Ampezzo.[2][3] Come i fratelli, frequenta per un anno il liceo Tasso conseguendo "a mala pena" la licenza ginnasiale, che costituirà il suo unico titolo di studio. Dotato di viva intelligenza, non potendo condurre la vita dei ragazzi della sua età, Alberto ebbe molto tempo per la lettura, alla quale si dedicò con fervido impegno e profonda passione, formandosi così una solida base letteraria allargata alle più significative tendenze della cultura europea. Tra i suoi autori preferiti vi furono Dostoevskij, Proust e molti altri. Imparò con facilità il francese e il tedesco e iniziò a scrivere versi in francese e in italiano.

Nel 1925, lasciato il sanatorio e recatosi a Bressanone per la convalescenza, cominciò a scrivere Gli indifferenti. Conobbe in quel periodo Corrado Alvaro e Massimo Bontempelli e nel 1927 iniziò a collaborare alla rivista Novecento dove pubblicò i suoi primi racconti tra i quali la Cortigiana stanca, che uscì in francese (Lassitude de courtisane) nel 1927, il Delitto al circolo del tennis del 1928, Il ladro curioso e Apparizione nel 1929.

Attività letteraria durante il regime fascista[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1929, dopo non poche difficoltà, riuscì a pubblicare a sue spese (5 000 lire dell'epoca) presso la casa editrice milanese Alpes,[3] diretta dal fratello del duce Arnaldo Mussolini,[5] il suo primo romanzo, Gli indifferenti, che ottenne subito da parte della critica buoni consensi e venne considerato uno degli esperimenti più interessanti di narrativa italiana di quel tempo. Al romanzo italiano, in crisi e in cerca di nuove soluzioni, si offriva un solido impianto romanzesco tradizionale. La struttura teatrale 'in blocchi' del romanzo era molto in linea con il gusto letterario francese dell'epoca; Moravia infatti puntava alla tragedia, ma di fatto era impossibile trasportare le mediocri e meschine vicende dei personaggi della vicenda nel più sublime ed elevato dei generi della tradizione. La decadenza e lo sfacelo della borghesia italiana, durante il regime fascista, vengono rappresentati senza un intenzionale presupposto di critica (come dirà Moravia anni dopo) ma evidentemente ciò era congeniale al suo spirito; di fatto però ci troviamo di fronte al primo romanzo esistenzialista italiano, che partecipa al nascente clima esistenzialista europeo in una vicenda concreta e radicata in un contesto storico reale e attuale.

Il romanzo narra la storia di una famiglia i cui componenti, legati da una vicenda di corruzione e di viltà, sono fondamentalmente dei vinti, vinti dalla loro apatia, dalla assenza totale di orgoglio e dignità morale. Il secondo romanzo, Le ambizioni sbagliate, un misto di giallo poliziesco e romanzo introspettivo alla Dostoevskij, avrà meno fortuna.

Dal 1930 iniziò a collaborare con La Stampa, allora diretta da Curzio Malaparte e nel 1933 fondò, insieme a Mario Pannunzio, la rivista "Caratteri", che vedrà la luce per soli quattro numeri. Collaborò poi alla rivista Oggi (sulle cui pagine uscirà, nel 1940, Cosma e i briganti). Sempre nel 1933 iniziò a collaborare con la "Gazzetta del Popolo", diretta da Ermanno Amicucci, uno dei futuri firmatari del Manifesto per la difesa della razza, ma il regime fascista avversò la sua opera vietando le recensioni a Le ambizioni sbagliate, sequestrando La mascherata e vietando la pubblicazione di Agostino.

Nel 1935 si recò negli Stati Uniti dove, invitato da Giuseppe Prezzolini, allora direttore della Casa Italiana della Columbia University di New York, tenne alcune conferenze sul romanzo italiano. Nel 1937, grazie a un finanziamento del Ministero della propaganda, partì per la Cina per articoli destinati alla Gazzetta del Popolo.[3][6]
Nel giugno 1937 vengono assassinati in Francia Nello e Carlo Rosselli, suoi cugini da parte di padre.[3]

Ritornato in Italia scrisse un libro di racconti lunghi intitolato L'imbroglio che verrà pubblicato da Bompiani nel 1937. Scriverà negli anni del fascismo racconti allegorici e surreali, tra i quali I sogni del pigro pubblicato nel 1940 e nel 1941 il romanzo La mascherata.

Matrimonio con Elsa Morante[modifica | modifica wikitesto]

Alberto Moravia negli anni cinquanta

Nel 1941 si sposò in chiesa con la scrittrice Elsa Morante che aveva conosciuto nel 1936 (e con cui aveva trascorso lunghi periodi ad Anacapri[3]). Il rito religioso fu officiato dal gesuita padre Pietro Tacchi Venturi[7]. Moravia visse con Morante per un lungo periodo a Capri, dove scriverà il romanzo Agostino. Si separarono poi nel 1962[8]. Dal 1962 al 1983 Moravia ebbe un'intensa vita amorosa e di lavoro con la scrittrice Dacia Maraini.

La ciociara e il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli avvenimenti dell'8 settembre 1943 si rifugiò con la moglie a Sant'Agata (nel territorio di Fondi, a nord della frazione San Magno), un villaggio montano di pastori provenienti da Vallecorsa (Valle Latina) presso la famiglia Marrocco-Mirabella, da questa esperienza e dal rapporto con questa famiglia nascerà il romanzo La ciociara. Il romanzo fu scritto in due epoche diverse: le prime pagine le scrisse nel 1944, mentre il corpo centrale dell'opera lo sviluppò tredici anni dopo, in un momento di crisi della sua narrativa. La ciociara risulterà opera alta e pietosa; attraverso la maturazione del personaggio di Cesira lo scrittore intese descrivere tutta la confusa e disperata realtà italiana di quel periodo della seconda guerra mondiale.

Con l'annuncio della Liberazione lo scrittore ritornò a Roma e riprese la sua attività letteraria e giornalistica collaborando con Corrado Alvaro a Il Popolo di Roma,[3] a Il Mondo, all'Europeo e soprattutto al Corriere della Sera dove sarà presente fino alla morte con i suoi reportages, le sue riflessioni critiche e i suoi racconti. Gli anni che seguono il dopoguerra vedranno aumentare la fortuna letteraria e cinematografica dello scrittore, che pubblicò La romana (1947), i racconti La disubbidienza (1948), L'amore coniugale e altri racconti (1949) e il romanzo Il conformista (1951).

All'uscita de La romana il romanzo venne definito dalla critica[senza fonte] come uno dei migliori dell'ultima narrativa. Descrive impeccabilmente un ambiente corrotto, vacuo, frequentato da protagonisti che conducono un'esistenza priva di vere e integre ragioni morali. Al centro della vicenda emerge la figura di Adriana, donna di malcostume, ma meno colpevole e squallida di coloro che la circondano.

Anni 1950: il Premio Strega e l'attività cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1952 gli venne assegnato il premio Strega per I racconti[9] e iniziarono le traduzioni dei suoi romanzi all'estero e i film tratti dai suoi racconti e romanzi. Sarà del 1953 il soggetto de La provinciale con la regia di Mario Soldati, La romana del 1954 con la regia di Luigi Zampa, nel 1955 collaborerà alla sceneggiatura di Racconti romani di Gianni Franciolini.

Nel 1949 e 1950 curò una rubrica radiofonica settimanale di cronache dal mondo del cinema (intitolata "Cinema") sulla Rete Rossa.

Nel 1953 fondò con Alberto Carocci la rivista Nuovi Argomenti, della quale divenne redattore e collaboratore l'amico Pier Paolo Pasolini.

Nel 1954, in seguito alla pubblicazione dell'opera Racconti romani, gli sarà assegnato il Premio Marzotto, confermando la notorietà internazionale acquisita[10]. Scriverà intanto il romanzo Il disprezzo e sulla rivista Nuovi Argomenti il saggio L'uomo come fine. Scrisse inoltre alcune importanti prefazioni, come quella ai Cento sonetti del Belli, a Paolo il caldo di Brancati e a Passeggiate romane di Stendhal.

Nel 1955 iniziò a collaborare a L'Espresso tenendo un'accurata rubrica di critica cinematografica,[3] le cui recensioni verranno pubblicate nel 1975 in un volume intitolato Al cinema.

Anni 1960: La noia, il teatro, il Sessantotto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1960 con il romanzo La noia gli verrà assegnato il premio Viareggio[11] e nello stesso anno Vittorio De Sica realizzerà il film La ciociara, tratto dall'omonimo libro.

Separatosi da Elsa Morante, nel 1962 andò a vivere con la scrittrice Dacia Maraini, di circa trent'anni più giovane, conosciuta nel 1959.[3]

Nel 1962 verrà anche realizzato il film diretto da Mauro Bolognini Agostino e nel 1963 Il disprezzo dal regista Jean-Luc Godard, La noia con la regia di Damiano Damiani a cui seguiranno nel 1964 Gli indifferenti di Francesco Maselli.

Moravia, nel frattempo, si occupò sempre più di teatro e a partire dal 1966 fondò con Dacia Maraini ed Enzo Siciliano una compagnia teatrale che porta il nome del "Porcospino". Con essa verrà rappresentata L'intervista di Moravia, La famiglia normale della Maraini, Tazza di Enzo Siciliano e alcune opere di Carlo Emilio Gadda, Goffredo Parise a altri autori. A causa della mancanza di fondi, la compagnia dovette chiudere.

Nel 1967 si recò in Cina, in Giappone e in Corea, insieme alla compagna Maraini, come corrispondente del Corriere della Sera, e i suoi articoli verranno raccolti nel 1968 in un volume intitolato La rivoluzione culturale in Cina. Nello stesso anno, scoppiata la contestazione, fu uno dei pochi intellettuali a cercare di venire incontro ai giovani "ribelli"; proprio per questo motivo, tentò di tenere una conferenza alla Sapienza di Roma, ma venne malamente respinto dagli studenti ("Mao sì, Moravia no!").[12]

Anni 1970: viaggi, corrispondenze e racconti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1971 vennero pubblicati il romanzo Io e lui e il saggio Poesia e romanzo. Insieme a Dacia Maraini e a vari compagni di viaggio tra cui Pier Paolo Pasolini e Maria Callas, Moravia visitò numerosi paesi dell'Africa, ogni anno per 18 anni consecutivi[13]. Questi viaggi fecero da ispirazione all'opera A quale tribù appartieni? che uscì nel 1972.

Nel 1973 raccolse in un libro alcuni dei racconti apparsi precedentemente sul Corriere della Sera, pubblicazione, questa, seguita nel 1976 da un'altra raccolta. Uscirà, intanto, nel 1978 il romanzo al quale aveva lavorato per molti anni, La vita interiore. Negli anni seguenti Moravia continuò a scrivere e a pubblicare racconti e saggi e a collaborare attivamente con Il Corriere della Sera.

Presso la sede di Mosca della "Pravda" divise la stanza con lo scrittore Nikolaj Sanvelian che verso la metà degli anni ottanta, con l'avvio della glasnost e della perestrojka gorbaceviane, assieme a Giancarlo Pallavicini, consulente per la perestrojka del Governo sovietico e russo, e a Mario Rigoni Stern, che ha partecipato alla campagna di Russia, lo coinvolgerà nella creazione dell'Associazione internazionale degli intellettuali e creativi Myr Cultura, voluta a Mosca per riunire l'intellighenzia ufficiale a quella emarginata e aprirsi all'Europa e al mondo. Vi parteciperanno, tra gli altri, Dmitrij Lichačëv e Sergej Averincev, filologi, gli scrittori più noti dell'area russa e altri esponenti della cultura sovietica e di numerosi Paesi occidentali.[14]

Il viaggio compiuto nel 1982 in Giappone e la sosta a Hiroshima gli faranno scrivere tre inchieste, che pubblicherà per l'Espresso, sulla bomba atomica. Questo tema sarà poi al centro del saggio L'inverno nucleare, strutturato lungo interviste che l'autore pone a studiosi e politici del tempo, e dalle cui pagine traspaiono anche la precarietà e l'aridità umana che il periodo successivo alla bomba atomica inevitabilmente ha lasciato.

Le candidature al Nobel[modifica | modifica wikitesto]

Dai dati finora resi noti, si ricava che Alberto Moravia ricevette 17 candidature al premio Nobel per la letteratura tra il 1949 e il 1971[15][16][17][18][19][20], senza mai vincerlo. A candidarlo, fra gli altri, furono anche il futuro vincitore del Nobel Eyvind Johnson nel 1960[21] e la scrittrice italiana Maria Bellonci nel 1966.[22]

Gli ultimi anni di vita[modifica | modifica wikitesto]

Lo scrittore dedicò la raccolta di racconti dal titolo La cosa alla sua nuova compagna Carmen Llera, che sposerà in Campidoglio nel 1986. La notizia suscitò un certo scandalo per il fatto che Carmen Llera aveva quarantacinque anni meno di Moravia.

Nel 1984 fu eletto Europarlamentare come indipendente[23] nelle liste del PCI, mandato che coprirà per cinque anni. Nel 1985 gli venne conferito il titolo di "Personalità europea"[24].

Da Strasburgo dove fu attivo anche come inviato del Corriere della Sera lo scrittore inizierà nel 1984 la corrispondenza Il Diario europeo (raccolta in volume nel 1993 a cura di Enzo Siciliano), mentre nel 1986 verranno pubblicati L'angelo dell'informazione e altri scritti teatrali curato da Renzo Paris e il primo volume delle Opere (1927-1947) curato da Geno Pampaloni. Il secondo volume delle Opere (1948-1968) uscirà nel 1989 a cura di Enzo Siciliano.

La mattina del 26 settembre 1990 Moravia venne trovato morto nel bagno del suo appartamento in Lungotevere della Vittoria, sempre a Roma.[3] La camera ardente fu allestita nella sala della Protomoteca mentre il funerale celebrato nella piazza del Campidoglio. Nello stesso anno uscirà la sua autobiografia, scritta insieme ad Alain Elkann, ed edita da Bompiani: Vita di Moravia. È sepolto nel cimitero del Verano.

Altri riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ai premi Strega e Viareggio, Alberto Moravia ebbe tra l'altro:

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Alberto Moravia (opere e poetica).

Opera omnia[modifica | modifica wikitesto]

La nuova edizione delle opere complete di Alberto Moravia, in corso di pubblicazione, è iniziata nel 2000 sotto la direzione e il piano stabilito da Enzo Siciliano. Dopo la morte di Siciliano nel 2006, la pubblicazione dell'opera omnia fu interrotta. È ripresa finalmente nel 2020, a cura di Simone Casini, prevedendo l'uscita di un totale di 19 volumi.

  • Romanzi brevi, Milano, Bompiani, 1949 [contiene: La mascherata, Agostino, La disubbidienza, L'amore coniugale].
  • Opere 1927-1947, a cura di Geno Pampaloni con l'Autobiografia letteraria dell'autore, Collezione Classici, Milano, Bompiani, 1986, ISBN 978-88-452-1271-0.
  • Opere 1948-1968, a cura di Enzo Siciliano, Collezione Classici, Milano, Bompiani, 1989, ISBN 978-88-452-1451-6.
  • Romanzi e racconti 1929-1937, a cura e con introduzione di Enzo Siciliano, postfazione di Tonino Tornitore, Collezione Classici, Milano, Bompiani, 1998. [contiene: Gli indifferenti, La bella vita, Le ambizioni sbagliate, L'imbroglio]
  • Opere I. Romanzi e racconti: 1927-1940, Nuova ed. a cura di Francesca Serra, edizione diretta da Enzo Siciliano, Collezione Classici, Milano, Bompiani, 2000-2005, ISBN 978-88-452-3500-9.
  • Opere II. Romanzi e racconti: 1941-1949, Nuova ed. a cura di Simone Casini, introduzione di Piero Cudini, Collezione Classici, Milano, Bompiani, 2002-2007, ISBN 978-88-452-5972-2.
  • Opere III. Romanzi e racconti: 1950-1959, 2 voll., Nuova ed. a cura di Simone Casini, Collezione Classici, Milano, Bompiani, 2004-2007, ISBN 978-88-452-5973-9.
  • Opere IV. Romanzi e racconti: 1960-1969, Nuova ed. a cura di Simone Casini, Introduzione di Gianni Turchetta, Collezione Classici, Milano, Bompiani, 2007, ISBN 978-88-452-5970-8.
  • Opere V. Romanzi e racconti: 1970-1979, A cura di Simone Casini, Collezione Classici, Milano-Firenze, Bompiani, 2020, ISBN 978-88-301-0440-2.

in preparazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Opere VI. Romanzi e racconti: 1980-1990
  • Opere VII. Teatro
  • Opere VIII. Poesie
  • Opere IX. Viaggi. Le raccolte
  • Opere X. Viaggi. Articoli 1930-1990
  • Opere XI. Scritti sulla letteratura e sul teatro
  • Opere XII. Scritti di arte
  • Opere XIII. Scritti di cinema
  • Opere XIV. Scritti di cinema: saggi e recensioni
  • Opere XV. Scritti di politica e di attualità
  • Opere XVI. Scritti autobiografici e interviste. I libri
  • Opere XVII. Scritti autobiografici e interviste. Articoli 1930-1990
  • Opere XVIII. Lettere (in 2 o più tomi)
  • Opere XIX. Bibliografia e indici

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Racconti e novelle[modifica | modifica wikitesto]

Saggistica[modifica | modifica wikitesto]

Critica cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

Reportage e racconti di viaggi[modifica | modifica wikitesto]

Drammaturgie[modifica | modifica wikitesto]

  • La mascherata (su "Nuovi Argomenti", n. 7, marzo-aprile 1954, in volume nel 1958)
  • Beatrice Cenci (su "Botteghe oscure", n. 16, 1955; in volume nel 1958)
  • Il mondo è quello che è, Milano, Bompiani, 1966.
  • L'intervista, Milano, Bompiani, 1966.
  • Il dio Kurt, Milano, Bompiani, 1968.
  • Omaggio a James Joyce, (su "Nuovi Argomenti", n. 9, gennaio-marzo 1968; in volume nel 1986)
  • La vita è gioco, Milano, Bompiani, 1969.
  • La cintura (su "Nuovi Argomenti", n. 12, ottobre-dicembre 1984)
  • Voltati parlami (sul "Corriere della sera", 27 dicembre 1984)
  • L'angelo dell'informazione (su "Nuovi Argomenti", numero speciale dedicato a "Spoleto 1985", giugno 1985)
  • L'angelo dell'informazione e altri testi teatrali, a cura di Renzo Paris, Milano, Bompiani, 1986.
  • Teatro, a cura di Aline Nari e Franco Vazzoler, 2 voll., Milano, Bompiani, 1998, 2004; Introduzione di Eugenio Murrali, Milano-Firenze, Bompiani, 2023, ISBN 978-88-301-0974-2.

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

  • Poesie, a cura di Alessandra Grandelis, collana In versi, Milano-Firenze, Bompiani, 2019, ISBN 978-88-452-9997-1.

Epistolari[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Moravia-Giuseppe Prezzolini, Lettere, Milano, Rusconi, 1982.
  • Lettere ad Amelia Rosselli con altre lettere familiari e prime poesie (1915-1951), a cura di Simone Casini, Milano, Bompiani, 2010, p. 361, ISBN 978-88-452-6544-0.
  • Se è questa la giovinezza vorrei che passasse presto. Lettere [1926-1940] con un racconto inedito, a cura di Alessandra Grandelis, Milano, Bompiani, 2015, ISBN 978-88-452-8075-7.
  • Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante [1947-1983], a cura di Alessandra Grandelis, Milano, Bompiani, 2016, ISBN 978-88-452-8238-6.

Conversazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Enzo Siciliano, Moravia, Milano, Longanesi, 1971. - col titolo Alberto Moravia: vita, parole e idee di un romanziere, Milano, Bompiani, 1982.
  • Intervista sullo scrittore scomodo, a cura di Nello Ajello, Collana Saggi Tascabili, Bari, Laterza, 1978.
  • Dacia Maraini, Il bambino Alberto, Milano, Bompiani, 1986. - Collana La Scala, Milano, BUR, 2000.

Autobiografia[modifica | modifica wikitesto]

Varia[modifica | modifica wikitesto]

  • Claudia Cardinale: dialogo e fotografie, fotografie di Chiara Samugheo, Carlo Cisventi, Franco Pinna e Tazio Secchiaroli, Milano, Lerici, 1963; Milano, Ghibli, 2015.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista e sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore (filmografia parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Alberto Moravia nel 1957 ha partecipato con Mike Bongiorno, Renato Guttuso, Liala, Virna Lisi, Rossana Rossanigo, May e Lazzarini a una serie di sketch della rubrica pubblicitaria televisiva di Rai 1, Carosello, pubblicizzando lo shampoo Plix e la Valigetta Oréal dell'Oréal.[28]

Prosa radiofonica Rai[modifica | modifica wikitesto]

Film tratti dalle sue opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'atto di nascita è disponibile sul Portale Antenati. Da notare che, a margine, sull’atto è presente la nota di cancelleria che segna l’atto di matrimonio con Elsa Morante, avvenuto a Roma il 14 aprile 1941.
  2. ^ a b Moravia Pincherle Alberto, su SIUSA - Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 17 maggio 2020 (archiviato il 17 maggio 2020).
  3. ^ a b c d e f g h i j Alberto Moravia, su Associazione Fondo Alberto Moravia ONLUS. URL consultato il 17 maggio 2020 (archiviato il 20 ottobre 2019).
  4. ^ Il periodico Fermenti n. 203 del 1991
  5. ^ Marina Valensise, Le censure letterarie al trentenne Moravia, in Il messaggero, 16 settembre 2018.
  6. ^ "Op. cit."
  7. ^ Elsa Morante, in Dizionario biografico degli italiani. URL consultato il 19 luglio 2013 (archiviato il 19 luglio 2013).
  8. ^ Carmelo R. Viola: "Alberto Moravia o del «realismo borghese»", "Fermenti" n. 203/1991, numero speciale dedicato a Moravia
  9. ^ 1952, Alberto Moravia, su premiostrega.it. URL consultato il 9 maggio 2019 (archiviato il 14 aprile 2019).
  10. ^ La corrispondenza diplomatica statunitense evidenzia che «al rientro dagli Usa, Moravia, il più celebre romanziere contemporaneo, ha immediatamente annunciato che vi tornerà in autunno, due mesi non bastano» e che i suoi reportage americani sul Corriere della Sera, «frequentemente critici, di vivace analisi sociologica, sono l'evento letterario dell'anno»: Ennio Caretto, L'offensiva sugli intellettuali caldeggiata dall'ambasciatrice Luce. Una diplomatica anticomunista. Troppa Cgil per Tolstoj, Corriere della Sera, 17 aprile 2005.
  11. ^ Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato il 18 febbraio 2015).
  12. ^ Cronologia, in Alberto Moravia, Teatro, Bompiani, Milano, 2004, vol. I, p. 90.
  13. ^ Simone Casini, Moravia in Africa, “Medea”, II, 1, 2016, su ojs.unica.it. URL consultato il 6 gennaio 2018 (archiviato il 6 gennaio 2018).
  14. ^ "The World of Culture in this Caracters", Myr Cultura, Moscow, 1989; "Myr Cultura", in "Russia-Italia Ieri, Oggi, Domani" nei "40 Anni della Camera di commercio italo-russa", Mosca, 2004, edizione in cirillico, pag. 60-61
  15. ^ (EN) Nomination Database Alberto Moravia, su nobelprize.org. URL consultato il 18 gennaio 2018 (archiviato il 19 gennaio 2018).
  16. ^ Candidature 1967
  17. ^ Candidature 1968
  18. ^ Candidature 1969
  19. ^ Candidature 1970
  20. ^ Candidature 1971
  21. ^ (EN) Moravia Nomination Database 1960, su nobelprize.org. URL consultato il 18 gennaio 2018 (archiviato il 18 gennaio 2018).
  22. ^ (EN) Moravia Nomination Database 1966, su nobelprize.org. URL consultato il 18 gennaio 2018 (archiviato il 18 gennaio 2018).
  23. ^ Dal programma Italiani con Paolo Mieli RaiStoria - Alberto Moravia. Appunti di viaggio (dal minuto 46:47 al minuto 47:02) di Pino Galeotti. Regia di studio Nicoletta Nesler. Produttore esecutivo Sara Mariani.
  24. ^ Il premio "Personalità europea" viene assegnato a persone distintesi nel mondo della cultura, arte, spettacolo e sport durante la "Giornata d'Europa", nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. La manifestazione è promossa dal Centro Europeo per il Turismo, con il patrocinio dell'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma.
  25. ^ Alberto Moravia, uno scrittore del Novecento, su archivioluce.com. URL consultato il 10 novembre 2019 (archiviato il 10 novembre 2019).
  26. ^ Premio Mondello, su premiomondello.it. URL consultato il 10 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2019).
  27. ^ Albo d'oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2019).
  28. ^ Marco Giusti, Il grande libro di Carosello, II edizione, Sperling e Kupfer, ISBN 88-200-2080-7, p. 470

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eurialo De Michelis, Introduzione a Moravia, La Nuova Italia, 1954
  • Moravia, a cura di Oreste Del Buono, Collana La Biblioteca Ideale, Milano, Feltrinelli, 1962.
  • Fulvio Longobardi, Moravia, Firenze, La Nuova Italia, 1969
  • Edoardo Sanguineti, Alberto Moravia, Mursia, Milano, 1962
  • Sergio Saviane, Moravia desnudo, Milano, SugarCo, 1976
  • Sergio Saviane, Il nuovo Moravia desnudo, Milano, Gei, 1986
  • Il punto su: Moravia, a cura di Cristina Benussi, Collana Universale n.703, Bari, Laterza, 1987, ISBN 978-88-42-02895-6.
  • Enzo Siciliano, Alberto Moravia, Marzorati, Milano, 1990
  • Renzo Paris, Alberto Moravia, La Nuova Italia, Scandicci, 1991
  • Pasquale Voza, Moravia, Palumbo, Palermo, 1997
  • Renzo Paris, Ritratto dell'artista da vecchio: conversazioni con Alberto Moravia, Minimum fax, Roma 2001
  • Raffaele Manica, Moravia, Einaudi, Torino 2004
  • Gianluca Lauta, La scrittura di Moravia. Lingua e stile dagli Indifferenti ai Racconti romani. Con un glossario romanesco completo, Milano, FrancoAngeli, 2005
  • Valentina Mascaretti, La speranza violenta: Alberto Moravia e il romanzo di formazione, Gedit, Bologna, 2006
  • Massimo Onofri, Tre scrittori borghesi: Soldati, Moravia, Piovene, Gaffi, Roma 2007
  • "Io avevo indubbiamente molte cose da dire". Alberto Moravia 1907-2007, a cura di V. Mascaretti, Mucchi, Modena, 2008
  • Pietro Acquafredda, Alberto Moravia e "Documento", in "Nuova Storia contemporanea", anno XII, gennaio-febbraio 2008
  • Marcello Ciocchetti, Percorsi paralleli. Moravia e Piovene tra giornali e riviste del dopoguerra, Collana Studi, Metauro, 2010, ISBN 978-88-61-56059-8.
  • René de Ceccatty, Alberto Moravia, Paris, Flammarion, 2010 (trad. it., Milano, Bompiani, 2010)
  • Diego Varini, La cattedrale offesa. Moravia, Ottieri, Testori, Medusa, Milano 2014
  • Giorgio Dell'Arti, Sono vivo, sono morto, Collana Les petits éléphants, Firenze, Edizioni Clichy, 2015, ISBN 978-88-67-99234-8.
  • Pietro Acquafredda, La musica di Moravia in "Rassegna Musicale Curci", anno LXXII, n. 2 maggio 2019

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN7394594 · ISNI (EN0000 0003 6864 9837 · SBN CFIV000648 · BAV 495/22922 · Europeana agent/base/69030 · LCCN (ENn79043907 · GND (DE118583948 · BNE (ESXX1147240 (data) · BNF (FRcb119167384 (data) · J9U (ENHE987007265674705171 · NSK (HR000100754 · NDL (ENJA00450473 · WorldCat Identities (ENlccn-n79043907