Agata (minerale)

Sezione di agata blu
Agata dendritica, dettaglio
Agata muschiata, dettaglio

L'agata (dal greco antico: ἀχάτης?, achátes) è una varietà di calcedonio, nome generico che viene dato al quarzo, quando questo si presenta in masse compatte di silice microcristallina con tessitura fibroso-orientata. L'agata presenta una tipica struttura zonata e visibile anche a occhio nudo, grazie alla diversità di colore.

L'agata si forma per deposizione ritmica di silice, normalmente entro cavità amigdalari di rocce basaltiche, o legni pietrificati (agatizzati).[1]

Tipologie[modifica | modifica wikitesto]

Esistono diverse varietà di agata, come ad esempio:

  • a bande
  • a fortezza
  • a occhio
  • dendritica
  • muschiata
  • blue lake

Onice[modifica | modifica wikitesto]

Quando l'agata si presenta in bande piane e parallele, di colore contrastante (chiare/scure), prende il nome di onice (dal greco ὄνυξ, ónyx, unghia, per l'aspetto traslucido)[2]. Sfruttando gli strati di colore contrastante (generalmente due ma, eccezionalmente, fino a cinque), l'onice viene utilizzata nella glittica per realizzare cammei[2].

A seconda dei colori delle bande, si hanno diverse denominazioni:

  • strato di fondo marrone: sardonice;
  • strato di fondo rosso: onice-corniola.

Giacimenti[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei giacimenti più famosi è quello dell'Idar-Oberstein, in Renania-Palatinato, dove l'agata viene raccolta fin dal 1548. Altri vasti giacimenti sono presenti in Uruguay e Brasile.

Tagli[modifica | modifica wikitesto]

I tipi di taglio più frequenti sono il cammeo e il cabochon, anche se in molti casi sezioni di questa pietra vengono lucidate con notevoli effetti estetici.

Impieghi[modifica | modifica wikitesto]

Tazza in agata, Italia, 1590-1610 ca.

L'agata viene utilizzata in gioielleria per anelli, spille, bracciali, pendenti, collane, ma anche per la creazione di cammei e di oggetti tra i quali, molto apprezzato, il primo anello guida lenza delle canne per la pesca a mosca. Trova inoltre impiego nell'industria, a causa della sua durezza, nella produzione di malte o filiere tessili.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hochleitner, Rupert, Guida ai minerali 700 minerali, gemme e rocce, ISBN 978-88-6694-042-5, OCLC 1012135778. URL consultato il 28 gennaio 2020.
  2. ^ a b Walter Schumann, Guida alle gemme del mondo, Zanichelli, 1995, ISBN 88-08-05302-4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Gavin Linsell, Die Welt der Edelsteine (voce Calcedonio, p. 110); Juwelo Deutschland GmbH, Berlin, 2014.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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