Acqua potabile

Acqua potabile che sgorga dal rubinetto casalingo

L'acqua potabile è una risorsa naturale primaria destinata al consumo, permettendo la sopravvivenza degli esseri viventi.

I processi di potabilizzazione permettono di migliorare le proprietà dell'acqua rendendola potabile, classico esempio è l'aggiunta di cloro come disinfettante; allo stesso tempo il calcio viene introdotto per alzare il pH e salvaguardare l'integrità dei tubi in materiali metallici dalla corrosione.

Normativa[modifica | modifica wikitesto]

Il D.Lgs. 31/2001, e successive modificazioni e integrazioni è il riferimento normativo italiano che, recependo la Direttiva Europea 98/83/CE,[1] disciplina il campo delle acque potabili e definisce anche i parametri analitici ai quali un'acqua deve sottostare per potere essere definita potabile.[2]

La stessa normativa definisce le acque destinate al consumo umano nei seguenti modi:

«Le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori.»

«Le acque utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera e), la cui qualità non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale.»

Nel 2009, il Decreto Ronchi ha stabilito la privatizzazione dei gestori dei servizi essenziali di pubblica utilità, tra i quali le acque. La legge non ha modificato la proprietà del bene pubblico, degli impianti idrici e la natura pubblica dell'organismo di controllo.[3]

Salute[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Secondo un'analisi condotta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità con dati aggiornati al 1992, il cloro contenuto all'interno dell'acqua potabile in seguito al processo di disinfezione non pone rischi accertati per la salute umana, sebbene nel lungo periodo appaia essere associato ad un aumento del rischio di cancro alla vescica.[4]

Secondo un documento dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro aggiornato al 1994 non esistono, a tale data, sufficienti prove scientifiche che consentano di dire che i sottoprodotti della clorazione presenti nell'acqua potabile siano cancerogeni.[5]

Principali elementi disciolti in acqua[modifica | modifica wikitesto]

Fornitura di acqua potabile

Gli elementi chimici che possiamo trovare nell'acqua dolce si suddividono in macroelementi e in microelementi. Entrambi sono indispensabili per i processi metabolici dell'organismo umano e perciò risulta necessario il loro apporto con cibi o bevande. Nel caso dell'acqua, questi elementi sono presenti sotto forma di sali, ioni e in misura minore come composti organici.

Gli elementi più rappresentativi sono:[6]

  • Calcio (Ca): è presente nel nostro organismo come fosfati e carbonati. La quasi totalità è distribuita nello scheletro con la funzione di formazione del tessuto osseo, mentre il rimanente è distribuito nel plasma, nei muscoli e nel tessuto nervoso con le funzioni di coagulazione del sangue e dell'eccitabilità muscolare ed eccitabilità nervosa. Le acque potabili e le acque minerali sono ricche di calcio in forma biodisponibile e contribuiscono al nostro fabbisogno giornaliero (1÷1,4 g per gli adolescenti, 0,8 g per gli adulti ed 1 g per gli anziani). La carenza di questo elemento porta a crisi tetaniche, osteoporosi e rachitismo, mentre l'eccesso porta alla calcificazione patologica degli organi (i più colpiti sono i reni) e a disturbi renali, disturbo nervosi e disturbo cardiaci. Elementi che possono impedirne l'assorbimento sono l'acido fitico (presente in alcuni cereali), il pH dell'intestino basso e l'elevato rapporto Ca/P, mentre la vitamina D ne favorisce l'assorbimento. È da tenere conto che la maggior parte viene espulso tramite il sudore e le feci.
  • Magnesio (Mg): è presente nelle ossa, nei tessuti molli e nei liquidi organici. Serve per la trasmissione neuro-muscolare ed il metabolismo glucidico. Le acque minerali contribuiscono al nostro fabbisogno giornaliero (300÷350 mg) di questo elemento, mentre quelle potabili ne contengono una bassa quantità. La carenza di magnesio (ipomagnesiemia) porta a disfunzioni neuro-muscolari, mentre l'eccesso (in persone sane) viene semplicemente espulso per via renale, intestinale o con il sudore.
  • Sodio (Na): è presente nei liquidi extracellulari. La sua funzione all'interno del nostro organismo è quella di regolare il bilancio idrico, mantenere la pressione osmotica dei liquidi corporei e regolare l'eccitabilità neuro-muscolare. Le acque minerali contribuiscono al nostro fabbisogno giornaliero (3÷7 g). La carenza di questo elemento porta ad anoressia, apatia, cefalea, crampi muscolari, debolezza, ipotensione e nausea, mentre l'eccesso porta all'aumento della pressione arteriosa con ingrossamento del cuore aumentando così le probabilità di infarto. Il sodio ingerito in eccesso viene generalmente eliminato tramite le urine o il sudore. La carenza di sodio nel nostro organismo può essere causata anche da diarrea, emorragie, sudorazioni intense, vomito e assenza di disidratazione (intossicazione da acqua), mentre l'eccesso è causato dall'eccessiva perdita di acqua (come nel caso del diabete insipido).
  • Cloro (Cl): viene solitamente ingerito assieme al sodio sotto forma di cloruro di sodio (NaCl); serve per la regolazione del bilancio idrico e della pressione osmotica, oltre alla funzione di regolare l'equilibrio acido-base ed alla formazione dell'acido cloridrico. Le cause di carenza di questo elemento sono diarrea, sudorazioni intense e vomito, ma non desta preoccupazioni in quanto il suo apporto giornaliero è sempre soddisfatto. Viene eliminato con le urine e la sudorazione.
  • Potassio (K): è il principale catione dei liquidi intracellulari. La sua funzione all'interno del nostro organismo è quella di mantenere la pressione osmotica, regolare il bilancio idrico e l'automatismo del muscolo cardiaco. L'acqua in genere contribuisce al nostro fabbisogno giornaliero (4 g). La carenza di questo elemento è dovuta a diarrea, malattie renali e vomito e porta alla sintomatologia della muscolatura striata (fino a paralisi e riflessi ridotti) e confusione mentale. L'eccesso (iperkaliemia), invece, si verifica solo nei casi di insufficienza renale in quanto il potassio in eccesso viene espulso normalmente per via renale.
  • Fluoro (F): è presente nelle ossa e nei denti. L'assorbimento di tale elemento avviene a livello gastrico ed è molto veloce quando è nella forma di fluoruri, che è la forma in cui generalmente è presente nell'acqua (si sconsiglia perciò di superare la concentrazione di 1,5 mg/L). Il fabbisogno giornaliero varia da 0,4÷1 mg per un bambino a 1,3÷1,8 per un adulto. La carenza può essere dovuta dall'elevata quantità di grassi, dal calcio o dell'alluminio e porta alla carie dentaria e all'osteoporosi. L'eccesso di questo elemento porta alla fluorosi e, negli adulti, a calcificazioni.
  • Manganese (Mn): è presente nel nostro organismo soprattutto nel fegato e nei reni ed è importante per il sistema nervoso, la struttura ossea, il metabolismo lipidico e l'attivazione di molti enzimi. Nelle acque si accettano basse concentrazioni di questo elemento perché ne altera le caratteristiche organolettiche (tra cui il colore dell'acqua). Il fabbisogno giornaliero è pari a 0,25 mg per i bambini e 2,5÷6 mg per gli adulti. La carenza di questo elemento è stata raramente diagnosticata. L'eccesso porta a disturbi neurologici. Viene espulso tramite la bile per mezzo dell'intestino.
  • Fosforo (P): è presente nelle cellule come parte costituente di DNA, RNA, ATP, coenzimi, fosfolipidi, fosfoproteine e altro ancora. È presente nell'acqua in forma di fosfati e viene assorbito nell'intestino tenue. Il fabbisogno giornaliero varia da 0,14÷0,8 g per i bambini a 1,2 g per gli adulti. La carenza di questo elemento si chiama ipofosfatemia e può essere causata dalla presenza eccessiva di calcio (l'eccesso di uno di questi due elementi comporta l'eliminazione dell'altro) e porta all'astenia e all'alterazione dello sviluppo osseo e dei denti. Viene espulso con le urine.

Parametri analitici[modifica | modifica wikitesto]

I parametri analitici di legge italiani definiscono i valori massimi e gli intervalli in cui devono rientrare le misurazioni chimico-fisiche e batteriologiche per poter definire un'acqua "potabile".

Per ottemperare ai requisiti microbiologici stabiliti dalla normativa, un'acqua potabile primariamente non deve contenere microrganismi patogeni che possono rappresentare un rischio per la salute degli utenti (casi ed epidemie sono segnalati dai sistemi di sorveglianza delle malattie in altri paesi, meno in Italia dove è in ritardo l'applicazione di un sistema di sorveglianza delle malattie di origine idrica[7]). Inoltre, Escherichia coli, enterococchi, indicatori di contaminazione fecale, devono essere assenti in 100 millilitri di acqua; Clostridium perfringens e Coliformi, presenti nella Parte C dell'Allegato I della normativa italiana, sono da considerarsi parametri indicatori "indesiderabili" che dovrebbero essere assenti in un'acqua con buone caratteristiche di qualità. In acque potabili imbottigliate è richiesta anche l'assenza di Pseudomonas aeruginosa e sono stabiliti valori limite definiti per il parametro "conteggio delle colonie" a 22 °C e a 37 °C.

La presenza di ammoniaca, nitriti e nitrati (possono essere sia di origine minerale, sia provenire da concimi sintetici) è indice di inquinamento batterico.

La radioattività legata al trizio non deve essere superiore a 100 Becquerel/L, mentre la dose totale indicativa è di 0,2 mSv/anno.

Il sapore dell'acqua potabile varia a seconda della presenza di microorganismi, anidride carbonica, sodio, calcio, ferro e cloro.[8]

Parametri chimici

Parametro Valore Unità di misura
Acrilammide 0,10 μg/L
Antimonio 5 μg/L
Arsenico 10 μg/L
Benzene 1 μg/L
Benzo(a) pirene 0,01 μg/L
Boro 1 mg/L
Bromato 10 μg/L
Cadmio 5 μg/L
Cromo 50 μg/L
Rame 1 mg/L
Cianuro 50 μg/L
1,2-dicloroetano 3 μg/L
Epicloridrina 0,1 μg/L
Fluoruro 1,5 mg/L
Piombo 10 μg/L
Mercurio 1 μg/L
Nichel 20 μg/L
Nitrato (NO3-) 50 mg/L
Nitrito (NO2-) 0,5 mg/L
Antiparassitari 0,1 μg/L
Antiparassitari totali 0,5 μg/L
Idrocarburi policiclici aromatici 0,1 μg/L
Selenio 10 μg/L
Tetracloroetilene + Tricloroetilene 10 μg/L
Trialometani totali 30 μg/L
Cloruro di vinile 0,5 μg/L
Clorito 700[9] μg/L
Vanadio 50 μg/L

Parametri indicatori

Parametro Valore Unità di misura
Alluminio 200 μg/L
Ammonio 0,50 mg/L
Cloruro 250 mg/L
Clostridium perfringens (spore comprese) 0 unità/100 ml
Enterococchi 0 unità/100 ml
Escherichia coli 0 unità/100 ml
Colore Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale -
Conduttività 2.500 μS/cm (20 °C)
Concentrazione ioni idrogeno 6,5 ≤ pH ≤ 9,5 unità di pH
Ferro 200 μg/L
Manganese 50 μg/L
Odore Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale -
Ossidabilità secondo Kubel 5 mg/L di O2 consumato
Solfato 250 mg/L
Sodio 200 mg/L
Sapore Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale -
Conteggio delle colonie a 22 °C Senza variazioni anomale -
Conteggio delle colonie a 37 °C Senza variazioni anomale -
Batteri coliformi a 37 °C 0 unità/100 ml
Carbonio organico totale (TOC) Senza variazioni anomale -
Torbidità Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale -
Durezza 15-50 (valori consigliati) °F
Residuo fisso a 180 °C 1.500 (limite massimo consigliato) mg/L
Disinfettante residuo (se impiegato) 0,2 mg/L

Acqua alla spina[modifica | modifica wikitesto]

Etichetta brocca acqua alla spina

L'acqua alla spina è acqua potabile distribuita mediante impianti di spillatura appositi, solitamente formati anche da moduli di trattamento atti a depurare, filtrare, addolcire[10], gassificare, raffreddare, in varie combinazioni. Una casa dell'acqua fornisce acqua alla spina. La legge[11] impone che l'impianto di spillatura (anche quello per utilizzo privato, cioè casalingo o sul posto di lavoro) sia sottoposto a regolare manutenzione, in particolare per la pulizia dei filtri. A differenza dell'acqua minerale che, per legge, deve essere sottoposta a numerosi controlli, la salubrità dell'acqua alla spina (anche detta acqua microfiltrata) dipende fortemente dalla qualità e manutenzione dei filtri[12].

L'acqua alla spina può essere sia naturale che frizzante.

Nei locali (ristoranti, bar, discoteche, pizzerie, ecc.) negli ultimi anni si sta diffondendo la commercializzazione di acqua alla spina in sostituzione (o integrazione) di quella in bottiglia ovvero quella minerale. Questo, in generale, è positivo in quanto si favorisce il consumo di acqua dell'acquedotto locale, la diminuzione di rifiuti in plastica e vetro, la diminuzione dei costi associati all'acqua in bottiglia. Alcuni enti pubblici ne promuovono e sostengono la diffusione[13].

Negli esercizi pubblici l'acqua alla spina (in brocca, bottiglia, bicchiere, ecc.) servita al cliente non può essere assolutamente spacciata o assimilata (in etichette, listini, cartelli, ecc.) per acqua minerale altrimenti si tratta del reato di frode in commercio[14]. D'altro canto non c'è obbligo per un esercente ad avere in carta acqua minerale: l'importante è che la sua sostituzione con acqua alla spina sia trasparente e comunicata senza ambiguità[15].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Direttiva 98 83 CE Normativa Direttiva-98-83-CE Normativa trattamento acque depuratori acque reflue depuratori acque depurazione fanghi depurazione acque acqua depuratori filt....
  2. ^ L'Italia ha agito lungamente in deroga alla direttiva comunitaria sulle acque. Dai rubinetti rischi per neonati e ragazzi. "Sostanze tossiche 5 volte superiori al lecito", su repubblica.it, La Repubblica.
  3. ^ Seduta parlamentare n.250 del 19 Novembre 2009.
  4. ^ http://www.who.int/water_sanitation_health/dwq/chlorine.pdf
  5. ^ http://www.who.int/water_sanitation_health/dwq/S04.pdf
  6. ^ Atzori.
  7. ^ Rapporti ISTISAN 09/3 - L'acqua come veicolo di malattie: elaborazione e valutazione di dati registrati e notificati nell'area di Roma, su iss.it. URL consultato il 27 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2010).
  8. ^ Shallenberger, p. 120.
  9. ^ Così modificato dal Decreto 5 settembre 2006 del Ministero della Salute.
  10. ^ Nel senso di ridurre la durezza dell'acqua.
  11. ^ Ministero salute (PDF).
  12. ^ Copia archiviata, su panorama.it. URL consultato il 9 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  13. ^ Regione Lombardia (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  14. ^ www.h2o-italia.it (PDF) (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  15. ^ http://www.giorgiotemporelli.it/divulgazione/acqua-microfiltrata-venduta-come-minerale-marzo-2014

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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